Testa di Gabriele d'Annunzio in bronzo

Coppia di angeli alati in legno laccato "finto marmo", seduti, del XVIII secolo, poggianti su due basi lignee laccate tornite di recente produzione, altezza complessiva 102 cm, diame...

Coppia di putti stanti in una palma, legno dorato, epoca Luigi XIV, fine XVII secolo, altezza 33.5 cm, larghezza massima 18 cm, base 10x5 cm. Le due sculture erano, probabilmente, la...

Busto in pietra raffigurante il ritratto del celebre poeta rinascimentale Francesco Petrarca, epoca XIX secolo, altezza 56 cm, dimensioni massime 48x24 cm. Il busto è probabilmente s...

Specchio da toilette in bronzo cesellato brunito e dorato, Francia, seconda metà del XIX secolo, specchio girevole al mercurio, altezza 44.5 cm, base 10x10 cm, l'ingombro massimo de...

Christ Crucified in boxwood and gilded loincloth, 16th-century German sculptor, height from head to foot 31 cm, width between hands 30 cm. Christ also has golden highlights on the pr...

St. Jerome the Penitent, high relief in lacquered wood, Lombard sculpture from the late 15th century/early 16th century, maximum dimensions 76x60 cm, maximum thickness about 19 cm.

Bronze cast representing a portrait of Gabriele D'Annunzio, by the sculptor Aurelio Mistruzzi. This product is located and shipped from Italy.

Scultura in bronzo di Giuseppe Franzese dei primi del 900 che raffigura la testa di un giovanotto su una base di marmo. Le misure della scultura sono: Altezza cm 30 Larghezza cm...

This exquisite piece represents the head of a bearded faun, clearly depicted with his goat horns and elongated ears. The faun was the Roman equivalent of the ancient Greek satyr, a m...

Symbol of strength and vitality, the bull is a renowned symbol in ancient Roman art. Bold and majestic with a captivating gaze, it is deftly handmade...

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Eugenio Pellini Nives Primi 1900 fusione in bronzo a patina scura firmata dall’autore italiano lombardo E. Pellini (1864-1934) sul lato sinistro della base rettangolare; sul bordo frontale sempre in stampatello troviamo inciso il titolo, Nives, nome della figlia primogenita. In ottimo stato di conservazione, la scultura risale all’inizio Novecento e proviene da una collezione privata milanese. Appoggiata su di una base quadrata con un lieve incavo portaggetti nella parte anteriore, come fosse una scultura fermacarte, la bimba vestita con un camice ed una cuffia è ritratta intenta ad osservare un oggetto morbido, forse una bambola, che regge tra le mani. Per l'esportazione dall'Italia di un oggetto d'arte che risale a più di 50 anni di età, va richiesta al Ministero dei Beni Culturali una licenza di esportazione chiamata BELLE ARTI. il rilascio di tale licenza governativa richiede un paio di settimane circa, da aggiungere ai tempi di evasione dell'ordine. Eugenio Pellini nasce il 17 novembre 1864 a Marchirolo, a quei tempi in provincia di Como (oggi Varese) da Andrea e Carolina Pellini.Nel 1878 si trasferisce a Milano presso il fratello Oreste e inizia l’apprendistato nella bottega del marmista Biganzoli. Nel 1888 comincia a frequentare l’Accademia di Brera e realizza le prime opere significative, in particolare “Lo spazzacamino”. Il 10 novembre 1891 vince il Premio Triennale Oggioni, che prevede la specializzazione presso l’Accademia di Roma. Eugenio inizia così un lungo viaggio d’arte attraverso l’Italia, in un percorso che lo porterà a Firenze, Roma e in Sicilia. Successivamente, a Parigi incontra la scultura di Medardo Rosso e di Rodin, autori che risulteranno fondamentali per l’evolversi del suo stile. Torna a Milano nel 1893 e realizza alcune sculture monumentali come “L’angelo del dolore”per la tomba Macario e il “Cristo nel Getsemani”per la tomba Lardera. La consacrazione artistica si completa nel 1897 con la vittoria al Premio Tantardini, in cui propone l’opera “Madre”; con tale gruppo scultoreo viene chiamato a rappresentare la scultura lombarda all’Esposizione Universale di Parigi nel 1900, dove riceve altri premi. A causa delle agitazioni che interessavano Milano, lo scultore si rifugia a Varese. Ai primi anni del ‘900 ritorna Milano e ottiene l’incarico per l’insegnamento alla Scuola Superiore degli Artefici del Castello Sforzesco, attività che mantiene fino al 1929. Nel 1903, l’incontro con la futura moglie, Dina Magnani, modella all’Accademia di Brera, da cui avrà tre figli: Nives, Eros (futuro scultore) e Silvana. Partecipa a tutte le Biennali di Venezia, a partire dal 1905; è presente alla Secessione Romana, alla Triennale di Brera, a numerose mostre all’estero. Nel frattempo, la grave...