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Intorno a Giambattista Pittone "L'elemosina di un santo" 18° secolo
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Intorno a Giambattista Pittone
"L'elemosina di un santo" 18° secolo
olio su tela (cm 52,5x38)
62,5 cm x 48 cm di cornice
Etichetta posteriore "G. Pittoni".
in cornice
buone condizioni
Giovanni Battista Pittoni (Venezia, 6 giugno 1687 - Venezia, 16 novembre 1767),
è un pittore italiano, cittadino della Repubblica di Venezia. È considerato uno degli elementi più rappresentativi del rococò veneziano.
Proveniente da una famiglia di pittori, impartì l'arte a Francesco Pittoni, omonimo nel 1716 di Sansone e Dalila (Pordenone, Collezione Querini)[3]. Un'indicazione molto chiara dell'orientamento del pittore all'inizio della sua attività, un'importante eredità dello stile barocco, è suggerita dalle singole differenze stilistiche con la pittura di Antonio Balestra, che lavorò a Venezia nel primo ventennio del Settecento. Attraverso alcune opere compiute dall'artista subito dopo quest'epoca, come il Martirio di san Tommaso (Venezia, chiesa di San Stae) e Diana e Atteone (Vicenza, Museo civico Palazzo Chiericati) si precisano già i caratteri essenziali della sua pittura: ricchezza del colore, in particolare il prezioso blu, sciolto dispiegarsi delle forme, un treme nonché manierato rigore nel definire i particolari e un morbido senso del linguaggio che aggiunge alle composizioni una nota di raffinata e leziosa preziosità, propria del rococò europeo.
Al gusto di Sebastiano Ricci e del Tiepolo, per plasticità formale e freschezza di colore, appartengono la pala con i Santi Pietro e Paolo e Pio V che venerano la Vergine (Vicenza, Intorno agli anni Venti del '700 la sua personalità si delineò con più precisione, rivelando un carattere vigoroso e monumentale negli affreschi. Nel 1720, il martirio di San Tommaso fu descritto nella chiesa di San Stae, e nel 1722 e nel 1730 lavorò quattro volte a un ciclo molto grande (in uno ventiquattro anni) del Tombeaux dei Principi, disegnato da Owen McSwiney, in cui fu rappresentato. Alcuni dei più celebri uomini della storia britannica. Tutte queste realizzazioni furono fatte da chiamati con Canaletto, Marco Ricci e Sebastiano Ricci, Giovanni Battista Cimaroli e altri artisti veneziani e bolognesi.
Pittoni morì a Venezia il 6 novembre 1767. La sua tomba è stata rinvenuta nella chiesa di San Giacomo dall'Orio
- Dimensioni:Altezza: 62,5 cm (24,61 in)Larghezza: 48 cm (18,9 in)Profondità: 7 cm (2,76 in)
- Stile:Barocco (Del periodo)
- Materiali e tecniche:Pittura,A olio
- Luogo di origine:
- Periodo:
- Data di produzione:18° secolo
- Condizioni:Usura compatibile con l’età e l’utilizzo. ottime condizioni.
- Località del venditore:Madrid, ES
- Numero di riferimento:1stDibs: LU5779243336052
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Alberto Carlieri (Roma 1672-1720)
"Capriccio architettonico con la predicazione di San Paolo nell'Areopago di Atene"
Olio su tela, misure con cornice L 172 x H 127 x P 10,5 (solo tela cm L 135 x H 99)
Il grande e interessantissimo dipinto a olio su tela raffigura un capriccio architettonico con la predicazione di San Paolo nell'Areopago di Atene. L'opera è attribuibile al famoso pittore italiano Alberto Carlieri (Roma 1672-1720).
La composizione è caratteristica dell'espressione artistica di Carlieri. Il soggetto raffigurato, ovvero La predica di San Paolo, è ambientato tra potenti resti architettonici di fantasia, chiamati "Capriccio architettonico". Il capriccio architettonico, un genere artistico che si è fatto strada nella pittura italiana a partire dal XVII secolo, è caratterizzato dalla rappresentazione di architetture fantastiche o invenzioni di tipo prospettico, talvolta combinate con elementi tratti liberamente dalla realtà.
La tela in questione ha un notevole interesse artistico e una qualità pittorica significativa. La spettacolare architettura d'invenzione conferisce una solenne classicità al luogo, amplificata dai giochi di luce e ombra, che fungono da teatro e da cornice alla scena.
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L'opera, dipinta con grande finezza anche nei dettagli e nelle piccole figurine, è sicuramente attribuibile all'importante pittore romano Alberto Carlieri (Roma, 1672 - 1720) perché si possono trovare motivi stilistici comuni alle sue opere. Elementi caratteristici sono le suggestive disposizioni compositive e la notevole maestria nella direzione delle luci, così come la ricchezza dell'architettura e i raffinati, quanto minuziosi, dettagli descrittivi. Peculiare dell'autore è anche l'atteggiamento vivace delle figure, risolte con disinvoltura nell'uso del colore e inserite armoniosamente nell'architettura.
Carlieri nacque a Roma nel 1672 e iniziò a studiare la pittura di architettura sotto la guida di Giuseppe de Marchis. An He divenne allievo e poi collaboratore di Andrea Pozzo. Presente nei più illustri dipinti romani...
Categoria
Di antiquariato/d’epoca, Fine XVII secolo, Europeo, Barocco, Dipinti
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Tela