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Natura morta con fiori di Michele Antonio Rapos, 18° secolo, Italia
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XVIII secolo, coppia italiana di nature morte con fiori e frutta di Michele Antonio Rapos
Misure: Olio su tela, diametro 71 cm, con cornice diametro 80 cm x L 5 cm
Le due tele circolari raffigurano due nature morte composte da trionfi di fiori e frutta. Le composizioni floreali adornano vasi con base baccellata, appoggiati su basi in pietra e inseriti in un ambiente esterno, in cui piante rigogliose ombreggiano lo sfondo e il primo piano. I dipinti sono caratterizzati da una tavolozza di colori vivaci e brillanti con cui il pittore descrive i fiori e i frutti e in cui prevalgono il rosso, il bianco e le note di blu. Lo sfondo, nei toni dell'ocra e del verde scuro, funge da sfondo e mette in risalto le composizioni. La tela a sinistra mostra, a destra accanto ad alcuni fiori recisi sul terreno, alcune pesche e un tralcio di vite con uva. Nell'altra tela, a destra e in primo piano, puoi ammirare nuovamente foglie di vite e grappoli d'uva. I fiori adornano un vaso che culmina con una figura antropomorfa a sbalzo. Le eleganti composizioni, di grande impatto drammatico e di grande effetto decorativo, sono attribuibili all'illustre pittore di nature morte piemontesi Michele Antonio Rapos (o Raposo, non Rapous come molti erroneamente scrivono, storpiando il nome alla francese).
Rapos fu sicuramente il miglior autore di nature morte in Piemonte tra il secondo Settecento e l'inizio dell'Ottocento. Molto apprezzato dalla corte sabauda e dalla nobiltà locale, l'artista è presente nelle principali residenze di corte e in numerosi palazzi e castelli privati in tutto il Piemonte.
Michele Antonio Rapos nacque a Torino nel 1733 e vi morì nel 1819. Fratello di Vittorio Amedeo, anch'egli importante pittore di corte, si specializzò nel genere delle nature morte e riscosse successo alla corte sabauda da cui ricevette commissioni per la Reggia di Venaria, Stupinigi, per il Palazzo Reale di Torino. Le nature morte dei Rapo hanno caratteristiche particolari che le rendono facilmente identificabili: tra i frutti spiccano grappoli d'uva, pesche, prugne, melograni, ciliegie, talvolta meloni; tra i fiori, spesso raccolti in grandi vasi monumentali, puoi ammirare delicate rose, morbide peonie, garofani e tulipani. Gli elementi architettonici e decorativi, come i vasi baccellati e le porcellane, si ispirano ai grandi modelli della tradizione francese, nel gusto dello stile Luigi XV. Rapos interpreta il gusto rococò piemontese con garbo e grazia decorativa, mostrando di conoscere i pittori francesi di nature morte del XVIII secolo, come Jean-Baptiste Blain de Fontenay, François de Cuvilliés e Alexandre-François Desporte. Le sue prime nature morte, risalenti al 1755 circa, hanno ancora esiti tardivi, sfondi scuri, natura rigogliosa, paesaggi circondati dall'oscurità, da cui emergono fiori e frutti, elementi decorativi. Nelle tele qui presentate, risalenti al 1760 circa, lo sfondo scuro rende più suggestiva la scena, in cui i fiori e i frutti risaltano con colori, luminosi e armoniosi, intonati soprattutto nella gamma dei rossi, dal vermiglio allo scarlatto.
Caratteristica dell'artista è l'uso di una pennellata delicata e la resa vellutata dei frutti e dei petali. Nelle opere puoi ammirare la morbida peluria che ricopre le pesche e la patina che contraddistingue l'uva appena colta. Le opere appartengono alla produzione più intima dell'artista, che dipinge molte tele di struttura simile destinate a una collezione privata che amava adornare le Dimore Collinari di Torino, dove trascorreva le vacanze estive, con quadri dai soggetti piacevoli e ameni.
I dipinti sono presentati in cornici di legno dorate.
Ci scusiamo per eventuali errori di traduzione dall'italiano.
- Attribuito a:Michele Antonio Rapos (Pittore)
- Dimensioni:Altezza: 5 cm (1,97 in)Diametro: 80 cm (31,5 in)
- Stile:Rococò (Del periodo)
- Materiali e tecniche:
- Luogo di origine:
- Periodo:
- Data di produzione:Fine del XVIII secolo
- Condizioni:Rifinito. Usura compatibile con l’età e l’utilizzo.
- Località del venditore:IT
- Numero di riferimento:1stDibs: LU4405233440272
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Giovanni Paolo Castelli, detto "Lo Spadino" (Roma 1659 - 1730 circa)
Natura morta con composizione di frutta
Dimensioni: cornice cm L 76,5 x H 61 x P 6,5. Tela cm L 55,5 x H 40
Questo dipinto a olio su tela, di ottima qualità, raffigura una natura morta con una composizione di frutta. Uva bianca e nera, pesche, fichi e mele cotogne sono disposte all'interno di una ciotola di vetro, la cui trasparenza è resa magistralmente attraverso delicate lumeggiature che enfatizzano i riflessi della luce. La composizione occupa l'intera tela; i grappoli d'uva, le foglie di vite e alcuni frutti posti all'esterno della ciotola sono raffigurati parzialmente, come se fuoriuscissero dalla vista dello spettatore e dalla cornice. Questo è un tipico trucco barocco che esalta la teatralità e l'abbondanza, creando una composizione non statica ma coinvolgente. Poco viene rivelato dell'ambiente in cui viene ritratto il frutto; il frutto è illuminato da una luce proveniente da sinistra, che mette in risalto i colori e le forme attraverso un sapiente uso delle ombre, alcune delle quali sono molto pronunciate.
Stilisticamente, quest'opera rientra nel catalogo di Giovanni Paolo Castelli, noto come "Lo Spadino" (Roma 1659-1730). L'esuberante decorazione barocca, la qualità della rappresentazione della frutta e la tavolozza di colori saturi e vivaci sono tutti elementi che caratterizzano le opere conosciute del pittore romano.
Giovanni Paolo Castelli, detto "Lo Spadino", è la figura più famosa di una famiglia di artisti specializzati in nature morte, attivi a Roma nella seconda metà del XVII secolo e nei primi decenni del XVIII. La famiglia Castelli comprendeva tre pittori imparentati: i fratelli Bartolomeo (1641-1686) e Giovanni Paolo, separati da diciotto anni, e il figlio di Giovanni Castelli, anch'egli di nome Bartolomeo (1696-1738). Giovanni Paolo è il membro più famoso e documentato della famiglia Castelli, noto come "Lo Spadino", un soprannome derivato da un piccolo pugnale che egli pose simbolicamente tra i frutti in un dipinto, che fu poi adottato dal figlio e utilizzato anche nei documenti ufficiali.
Giovanni Paolo nacque a Roma l'8 aprile 1659, figlio di Felice, originario di Montalto delle Marche, e di Domenica Crescenzi, di Roma. Il 28 marzo 1690 sposò Apollonia De Marchis, figlia e sorella di due "quadrari" (pittori specializzati nella rappresentazione di cornici), Giovanni e Tommaso, che in seguito contribuirono a diffondere le opere di Castelli.
Il pittore viveva a Roma, come testimoniano i registri parrocchiali di San Lorenzo in Lucina e Santa Maria del Popolo. Ha trascorso la sua giovinezza vicino al porto di Ripetta e ha sempre vissuto nelle vicinanze (via del Babuino, Del Corso e via dei Condotti). Tra il 1680 e il 1683 c'è una lacuna documentaria dovuta al fatto che il pittore ha scontato una pena detentiva per omicidio.
Giovanni Paolo ricevette la sua prima formazione artistica nella bottega del fratello maggiore Bartolomeo, anch'egli pittore di nature morte. Dopo la morte di Bartolomeo nel 1686, Giovanni Paolo ereditò la bottega, i dipinti e la clientela, ricevendo importanti commissioni da famiglie nobili romane. Le sue opere sono catalogate nelle più importanti collezioni romane e italiane, come le gallerie Corsini, Colonna, Borghese, Pamphili e Chigi. La sua stretta relazione con il pittore fiammingo Giovanni Herinans, pittore di corte della famiglia Pamphili, e il suo legame con l'artista Adriano Honinck dimostrano il suo forte legame con l'ambiente artistico del Nord Europa. Inoltre, tra il 1671 e il 1674 visse vicino ad Abraham Brueghel, le cui opere ebbero un'influenza significativa su di lui, trasmettendogli il gusto per le combinazioni di colori audaci e intense. Fu anche molto influenzato dall'artista tedesco Christian Berentz (1658-1722), che arrivò a Roma negli anni '80 del XVI secolo e vi rimase fino alla morte.
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