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Franco Albini PL19 o Poltrona Tre Pezzi in Tessuto Rosso di Poggi anni '70

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Informazioni sull’articolo

PL19 o poltrona Tre Pezzi con struttura in tubolare d'acciaio laccato nero, seduta e schienale in tessuto rosso pad. Progettata da Franco Albini e Franca Helg nel 1959 per le Nuove terme Luigi Zoja di Salsomaggiore, Italia, e prodotta da Poggi, Pavia, tra il 1964 e il 1970. La poltrona PL19 fu esposta alla XII Triennale di Milano nel 1960. Dopo aver trascorso l'infanzia e parte della giovinezza a Robbiate in Brianza, dove nacque nel 1905, Franco Albini si trasferì con la famiglia a Milano. Qui si iscrisse alla Facoltà di Architettura del Politecnico e si laureò nel 1929. Inizia la sua attività professionale nello studio di Gio Ponti ed Emilio Lancia, con cui collabora per tre anni. Probabilmente qui ha avuto i suoi primi contatti internazionali. In questi tre anni, i lavori svolti sono di impronta novecentesca. Fu l'incontro con Edoardo Persico a segnare una netta svolta verso il razionalismo e il riavvicinamento al gruppo di redattori di "Casabella". La nuova fase che quell'incontro ha provocato inizia con l'apertura del primo studio professionale in via Panizza con Renato Camus e Giancarlo Palanti. Il gruppo di architetti iniziò ad occuparsi di edilizia pubblica partecipando al concorso per il quartiere Baracca a San Siro nel 1932 e poi creando i quartieri Ifacp: Fabio Filzi (1936/38), Gabriele D'Annunzio ed Ettore Ponti (1939). Sempre in quegli anni Albini lavora alla sua prima villa Pestarini. Ma è soprattutto nel contesto delle mostre che il maestro milanese sperimenta il suo compromesso tra quel "rigore e fantasia poetica" coniando gli elementi che saranno un tema ricorrente in tutte le declinazioni del suo lavoro - architettura, interni, pezzi di design. L'apertura nel 1933 della nuova sede della Triennale di Milano, nel Palazzo dell'Arte, diventa un'importante occasione per esprimere il forte carattere innovativo del pensiero razionalista, una palestra in cui sperimentare liberamente nuovi materiali e nuove soluzioni, ma soprattutto un "metodo". Insieme a Giancarlo Palanti, Albini allestisce in occasione della V Triennale di Milano la casa con struttura in acciaio, per la quale progetta anche l'arredamento. Alla successiva Triennale del 1936, segnata dalla prematura scomparsa di Persico, insieme a un gruppo di giovani designer riuniti da Pagano nella precedente edizione del 1933, Franco Albini cura l'allestimento della mostra della casa, in cui vengono esposti gli arredi di tre tipologie di alloggi. La messa in scena di Stanza per un uomo, in quella stessa Triennale, ci permette di capire l'approccio acuto e ironico che fa parte di Albini, come uomo e come designer: il tema affrontato è quello dell'existenzminimum e il riferimento del progetto è al mito fascista dell'uomo atletico e sportivo, ma è anche un modo per riflettere sulle abitazioni a basso costo, sulla riduzione delle superfici al minimo e sul rispetto del modo di vivere. Nello stesso anno Albini e Romano progettano l'Antica Mostra dell'Oreficeria Italiana: montanti verticali, semplici aste lineari, disegnano lo spazio. Un tema, quello dell'"asta della bandiera", che sembra essere il centro dell'evoluzione della sua produzione e del suo processo creativo. Il concetto viene rielaborato nel tempo, con la tecnica della scomposizione e ricomposizione tipica della progettazione albiniana: nell'allestimento della Mostra degli Scipioni e dei disegni contemporanei (1941) i pennoni affusolati, a cui sono appesi i quadri e le vetrine, sono sostenuti da una griglia di cavi d'acciaio; nello stand Vanzetti (1942) assumono la forma a V; nel negozio Olivetti di Parigi (1956) i montanti in mogano lucido sostengono gli scaffali per l'esposizione di macchine da scrivere e calcolatrici. La riflessione su questo tema nasce dal desiderio di interpretare lo spazio architettonico, di leggerlo attraverso l'uso di una griglia, di introdurre la terza dimensione, quella verticale, mantenendo un senso di leggerezza e trasparenza. L'asta della bandiera si trova però anche in aree diverse da quelle espositive. Negli appartamenti che ha progettato, viene utilizzato come perno su cui i quadri possono essere sospesi e ruotati per consentire diversi punti di vista, ma allo stesso tempo come elemento in grado di dividere gli spazi. La libreria Veliero, costruita in un unico prototipo nel 1940, ha due montanti principali, costituiti da sottili barre curve e giustapposte, collegate da una complessa struttura a trazione. Il montante alleggerito è presente anche nella libreria LB7, prodotta da Poggi negli anni Cinquanta. Come l'evoluzione del montante, anche la scomposizione e ricomposizione degli elementi architettonici e l'uso del modulo costituiscono gli elementi di un metodo che tende a semplificare i complessi fenomeni della progettazione fino ai nuclei essenziali. Albini è un designer completo, il cui lavoro spazia dalla costruzione al design, dalle installazioni alla pianificazione urbana. Tra i suoi capolavori ci sono: i musei genovesi che cambiano il modo in cui il pubblico fruisce dell'opera d'arte, il Rifugio Pirovano a Cervinia, la Rinascente a Roma e la metropolitana di Milano, che ispira i progetti di New York e San Paolo. Uomo silenzioso, rigoroso e ironico, Albini lavora incessantemente, sostenuto da un codice morale che lo accompagna per tutta la sua carriera. An He crede fermamente nel ruolo sociale dell'architetto come professione al servizio della gente. An He lo considera la ragione stessa della sua esistenza.
  • Creatore:
    Poggi (Produttore),Franco Albini and Franca Helg (Designer)
  • Dimensioni:
    Altezza: 92 cm (36,23 in)Larghezza: 84 cm (33,08 in)Profondità: 72 cm (28,35 in)Altezza della seduta: 41 cm (16,15 in)
  • Stile:
    Mid-Century moderno (Del periodo)
  • Materiali e tecniche:
  • Luogo di origine:
  • Periodo:
  • Data di produzione:
    1970s
  • Condizioni:
    Usura compatibile con l’età e l’utilizzo.
  • Località del venditore:
    Montecatini Terme, IT
  • Numero di riferimento:
    1stDibs: LU5304238995962

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