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Madonna in argento del XIX secolo, circa 1830

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Placca d'argento goffrata e incisa La Madonna del lago Probabilmente Milano, dopo il 1824 Telaio in ottone Misura 16,14 pollici x 13,85 pollici (41 x 35,2 cm) e pesa 10,357 libbre (4,698 g): argento 1,31 libbre (598 g) + ottone 9,03 libbre (4,100 g) Stato di conservazione: alcune abrasioni sul fondo. Il telaio è vecchio, ma non originale. La targa è composta da una lastra d'argento goffrata e incisa, inserita in una cornice di ottone massiccio. Raffigura la "Madonna del lago" (la Madonna con il Bambino e San Giovannino) di Marco d'Oggiono (Oggiono, 1474 circa - Milano, 1524 circa), cambiando solo il paesaggio di sfondo. Quasi certamente il soggetto riprodotto nella targa è stato tratto da una famosa incisione di Giuseppe Longhi (Monza, 1766 - Milano, 1831), uno dei più grandi incisori della sua epoca. L'argento non è marcato, probabilmente perché in origine la Madonna doveva essere esposta in una chiesa: a volte i metalli preziosi destinati al culto e all'uso liturgico erano esenti dal pagamento e quindi non venivano marcati. È molto probabile che la targa sia stata realizzata a Milano perché in questa città nel 1824 fu realizzata e stampata l'incisione di Giuseppe Longhi. Inoltre, a Milano, sarebbe stato realizzato il presunto dipinto perduto di Leonardo da Vinci nel suo periodo milanese (1482-1500); si tratta del dipinto da cui Marco d'Oggiono ha tratto la sua versione. Il dipinto Marco d'Oggiono fu uno dei più brillanti allievi e collaboratori di Leonardo da Vinci (D. Sedini, Marco d'Oggiono, tradizione e rinnovamento in Lombardia tra Quattrocento e Cinquecento, Roma 1989, pp. 151-153, n. 56; p. 225, n. 124, con bibliografia precedente). Il suo stile rispecchia in tutto e per tutto quello del maestro toscano, tanto che fu lui a eseguire alcune copie dei dipinti di Da Vinci. L'esecuzione della "Madonna del Lago" trae probabilmente ispirazione da un dipinto perduto del Maestro, realizzato mentre viveva a Milano (1482-1500). Ci sono molte somiglianze con altre opere di Leonardo come la "Vergine delle rocce" o la "Vergine con il Bambino e San Giovannino, Sant'Anna e l'Agnello". Il dipinto, da cui fu tratto il disegno e poi la famosa incisione, si trova oggi al M&G Museum della Bob Jones University di Greenville, nella Carolina del Sud, dove è arrivato dopo la vendita della Harrington Collection di Londra nel 1917. L'opera compare negli inventari della collezione di Napoleone e Joséphine Bonaparte al castello di Malmaison, prima del 1809. L'edificio Malmaison è nato e si è sviluppato nel XVII e XVIII secolo. Nel XVIII secolo apparteneva a Jacques-Jean Le Coulteux du Molay, un ricco banchiere. In seguito, durante il Direttorio, Joséphine Bonaparte de Beauharnais lo acquistò il 21 aprile 1799, ma si stabilì definitivamente al castello solo dopo la separazione dal marito nel 1809. Rimase lì fino al 1814, anno della sua morte. Alla morte di Joséphine, la proprietà passò al figlio Eugène de Beauharnais, che si trasferì a Monaco con tutta la famiglia nel 1815, portando con sé la collezione di dipinti ereditata dalla madre. Eugène morì nel 1824 e sua moglie Augusta di Baviera (von Bayern), incapace di mantenerla, nel 1828 vendette la Malmaison al banchiere svedese Jonas-Philip Hagerman. È probabile che in questo periodo Augusta abbia venduto anche parte dei dipinti ereditati dal marito, tra cui la "Madonna del Lago". Il dipinto entrò poi in possesso di Leicester Stanhope, quinto conte di Harrington (1784 - 1862) e fu poi tramandato ai suoi discendenti. Nel 1917, alla morte di Charles, ottavo conte di Harrington, suo fratello Dudley ereditò il titolo e le proprietà e mise in vendita una parte delle sue collezioni. Tra questi, appunto, si trovava il dipinto di Marco d'Oggiono. In occasione di quell'asta il dipinto fu presentato come un'opera di Cesare da Sesto, in virtù di una nota scritta a mano dalla Contessa di Harrington sul retro della tavola. Tuttavia, già nel 1857, il critico tedesco Gustav Waagen aveva identificato Marco d'Oggiono come l'autore del dipinto, allora esposto nella sala da pranzo di Harrington House a Londra (Treasures of Art in Great Britain, in 4 volumi, Londra, 1854 e 1857). L'incisione Giuseppe Longhi è stato uno degli incisori più rinomati in Italia tra la fine del XVIII secolo e il primo quarto del XIX secolo. Nel 1824 Giuseppe Longhi, su disegno di Paolo Caronni, realizzò una famosa incisione del dipinto di Marco d'Oggiono. L'attività di Longhi era allora all'apice della sua notorietà, tanto da fargli guadagnare commissioni molto sostanziose; non è azzardato supporre che alcune delle sue incisioni di successo siano state riprodotte anche con altri mezzi: nel nostro caso in argento. (A. Crespi, a cura di, Giuseppe Longhi 1766-1831 e Raffaello Morghen, l'incisione neoclassica di traduzione, catalogo della mostra Monza 11 aprile -16 maggio 2010 p. 20 e p. 51 n. 59). Questa notizia proviene da Ferrario (vice-bibliotecario della Biblioteca di Brera di Milano dal 1816 e Primo Bibliotecario dal 1838), che nel 1836 scrisse di Caronni (1779 - 1842), che fu attivo a fianco del suo maestro Longhi nell'incisione di opere per la Galérie du Musée Napoleon già all'inizio del XIX secolo. Ferrario affermava che "avendo l'arte del tratteggio a penna per eccellenza, tanto che a distinguere non si saprebbe riconoscere un tale disegno da una stampa condotta con tutta la finezza e la pulizia del bulino" (Ferrario G., Le classiche stampe dal cominciamento della Calcografia fino al presente, Tipografia di Santo Bravetta, Milano 1836, pp. 180-194). Diversa è l'opinione di Francesco Longhena, che nella sua biografia afferma che Longhi iniziò a incidere la "Madonna del lago" nel 1824 con un disegno proprio preso direttamente da un dipinto di uguali dimensioni e disegnato da Leonardo e dipinto dal suo allievo Marco d'Oggiono (in Notizie biografiche di Giuseppe Longhi raccolte e pubblicate da Francesco Longhena, Milano 1831 p. 32). Dalla biografia dell'importante e noto incisore sappiamo che era impegnato in contratti oltralpe; che fu convocato a Lione già nel 1801 come uno dei "trenta studiosi" selezionati, insieme a Bossi, Appiani e Rosaspina; che fu autore di copie di numerosi dipinti nella capitale francese nell'ambito di un progetto di riproduzione di un gran numero di opere per la creazione del cosiddetto Musée Napoleon. Infatti, la soppressione degli ordini religiosi aveva portato a Parigi una grande quantità di capolavori che, a livello iconologico, costituivano un'importante occasione di confronto per gli studiosi e una grande opportunità di lavoro per gli incisori. Il suo insegnamento all'Accademia di Brera fu lungo e fruttuoso e portò alla formazione di molti dei più talentuosi incisori dell'epoca, come Faustino Anderloni, Carlo Rampoldi, Pietro Anderloni e, appunto, Paolo Caronni. Con quest'ultimo nacque una stretta collaborazione che andava dall'intaglio dell'"Ezechiello" e dei "Quadroni di San Carlo" al ritratto di Augusta Amalia di Baviera fino alla realizzazione della "Madonna del Lago", secondo Ferrario. Longhi morì improvvisamente nel 1831, un artista e incisore ineguagliabile.
  • Dimensioni:
    Altezza: 41 cm (16,15 in)Larghezza: 35,2 cm (13,86 in)Profondità: 3 cm (1,19 in)
  • Stile:
    Neoclassico (Del periodo)
  • Materiali e tecniche:
    Ottone,Argento 925,Goffrato,Altro
  • Luogo di origine:
  • Periodo:
  • Data di produzione:
    circa 1830
  • Condizioni:
    Lievi mancanze. Lieve sbiadimento. Alcune abrasioni sul fondo. Il telaio è vecchio, ma non originale.
  • Località del venditore:
    Milano, IT
  • Numero di riferimento:
    1stDibs: LU4352215317172

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