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Coppa in maiolica italiana Ferretti Lodi, circa 1770 - 1780

Informazioni sull’articolo

Coppa puerperale in maiolica Antonio Ferretti Produzione Lodi, circa 1770 - 1780 Maiolica policroma decorata "a piccolo fuoco". Misura: 4.3 x 6.8 x 5.3 pollici (11 x 17,5 x 13,5 cm) Peso: 0,78 lb (358 g) Stato di conservazione: alcune festonature chiuse sulla coppa, appena visibili all'esterno. Alcune schegge d'uso sul bordo del coperchio, due delle quali sono più marcate. A partire dalla metà del XVI secolo circa, la zuppiera puerperale o coppa puerperale divenne uno dei regali di nozze più popolari nell'Italia centrale. Come simbolo di buon auspicio, sostituì la tavola di nascita ("desco da parto") che, in occasione di matrimoni di alto rango, a partire dal XIII secolo, era stata dipinta da artisti famosi, soprattutto in Toscana. In Francia questa stessa zuppiera è chiamata "écuelle de mariée", in quanto viene data agli sposi come segno di fertilità. Nel corso del Settecento questa usanza si diffuse anche fuori dall'Italia a tutti i livelli sociali. A seconda della disponibilità e del rango, erano realizzati in materiali diversi: metalli preziosi, maiolica, porcellana, vetro, peltro, ecc. A partire dalla metà del XX secolo, l'usanza di questo omaggio simbolico è andata via via scomparendo, anche se famosi designer come Gio Ponti e Giuseppe Gariboldi, ancora negli anni '40, hanno rivisitato un modello di piccola zuppiera puerperale per la Ginori e, sempre in Italia, nel 1940, in un concorso nazionale per giovani ceramisti, uno dei temi della prova era proprio un modello moderno di coppa puerperale come dono di buon auspicio. Questa particolare coppa era chiamata anche "coppa di servizio" o "vaso puerperale" o "coppa imbottita": le finestre erano sigillate con della paglia per evitare correnti d'aria per le donne in travaglio. Nel XVIII secolo la linea della coppa da puerpera si semplificò, tanto da assumere la forma di una piccola zuppiera a due manici - la tipica tazza da brodo - con coperchio e piatto, adatta a contenere liquidi caldi e ricostituenti come il brodo di pollo. La coppa di piccole dimensioni qui studiata ha una forma arrotondata impreziosita da profonde nervature che danno movimento alla forma. L'impugnatura a bottone del coperchio riproduce le forme più antiche, mentre i manici sporgenti ma appiattiti si ispirano a esemplari d'argento contemporanei. La decorazione è sobria, distribuita con parsimonia lungo il corpo della coppa con un piccolo grappolo incentrato su una rosa arrotondata, quasi un bocciolo, legato a cimette più piccole dai colori vivaci e pieni. L'impronta stilistica del disegno è tipica della manifattura lodigiana di Ferretti degli anni 1770-1775, con un abbondante uso di pigmenti preziosi come la porpora, utilizzata in questo caso per impreziosire i manici e il pomolo in giusta misura. Sotto il piede della tazza appare la caratteristica pennellata blu, spesso associata a questa decorazione. Per esemplari simili, vedi queste due bellissime coppe pubblicate nel 1962 che, come la nostra, sono esempi distintivi di questo tipo di oggetto. Si differenziano per la diversa scelta delle dimensioni e della forma del pomello o delle maniglie del coperchio e, in un caso, del bordo del coperchio, ma sono coerenti con la nostra per quanto riguarda la decorazione. (S. Levy, Maioliche settecentesche lombarde e venete, Milano 1962, tav. 191). Questo stile decorativo rappresentò un punto di forza della manifattura di Lodi, che si affermò grazie alla vivacità dei colori resa possibile dall'introduzione di una nuova tecnica perfezionata da Paul Hannong a Strasburgo e successivamente introdotta da Antonio Ferretti in Italia. Il processo di produzione, chiamato "piccolo fuoco", permise l'utilizzo di un maggior numero di colori rispetto al passato; in particolare, fu introdotta la porpora di Cassio, un rosso ottenuto dal cloruro d'oro. Il suo utilizzo ha permesso di ottenere molte altre tonalità e sfumature, dal rosa al viola. La famiglia Ferretti iniziò la sua attività di produzione di maioliche a Lodi nel 1725. Il capostipite Simpliciano iniziò l'attività acquistando un'antica fornace nel 1725 e, in effetti, abbiamo testimonianze della piena attività delle fornaci a partire dall'aprile dello stesso anno (Novasconi-Ferrari-Corvi, 1964, p. 26 n. 4). Simpliciano avviò una produzione di eccellenza anche grazie alla proprietà di cave di argilla a Stradella, non lontano da Pavia. La produzione ebbe un tale successo che nel 1726 un decreto della Camera di Torino arrivò a vietare l'importazione di ceramiche straniere, soprattutto da Lodi, per proteggere la produzione interna (G. Lise, La ceramica a Lodi, Lodi 1981, p. 59). Nelle sue fasi iniziali, la manifattura produceva maoliche dipinte con la tecnica "a gran fuoco", spesso in monocromia turchese, con ornamenti derivati da moduli compositivi in voga a Rouen in Francia. Questo anche grazie alla collaborazione di pittori come Giorgio Giacinto Rossetti, che appose il suo nome sui migliori esemplari accanto alle iniziali della fabbrica. Nel 1748 Simpliciano fece testamento (Gelmini, 1995, p. 30) nominando erede universale il figlio Giuseppe Antonio (detto Antonio). Dopo il 1750, quando Simpliciano morì, Antonio si occupò direttamente della fabbrica di maioliche, aumentandone le fortune e raggiungendo una reputazione a livello europeo. Particolarmente importante fu la già citata introduzione nel 1760 dell'innovativa lavorazione "a piccolo fuoco" che, ampliando il repertorio ornamentale con temi floreali di ispirazione sassone, fu in grado di competere commercialmente con le porcellane tedesche che avevano nella naturalistica Deutsche Blumen una delle loro offerte più rinomate. Antonio Ferretti comprese e promosse questa tecnica e questa decorazione, proponendola in una versione più fresca e correttiva, meno legata alle tavole botaniche, sia con o senza linee di contorno, sia in monocromia viola o verde. Dopo gli sforzi per introdurre nel settore tecniche di produzione più industriali, anche la manifattura Ferretti, nell'ultimo decennio del XVIII secolo, iniziò ad avviarsi verso il declino nonostante i suoi tentativi di adattare la produzione ai gusti neoclassici. Nel 1796 la battaglia napoleonica per la conquista del ponte di Lodi sull'Adda compromise definitivamente le fornaci. La produzione riprese, anche se in modo piuttosto stentato, fino alla morte di Antonio, avvenuta il 29 dicembre 1810. (M. L. Gelmini, pp. 28-30, 38, 43 sgg., 130-136 (per Simpliciano); pp. 31 sgg., 45-47, 142-192 (per Antonio). Bibliografia C. Baroni, Storia delle ceramiche nel Lodigiano, in Archivio storico per la città e i comuni del circondario e della diocesi di Lodi, XXXIV (1915), pp. 118, 124, 142; XXXV (1916), pp. 5-8; C. Baroni, La maiolica antica di Lodi, in Archivio storico lombardo, LVIII (1931), pp. 453-455; L. Ciboldi, La maiolica lodigiana, in Archivio storico lodigiano, LXXX (1953), pp. 25 sgg; S. Levy, Maioliche settecentesche lombarde e venete, Milano 1962, pp. 17 sgg; A. Novasconi - S. Ferrari - S. Corvi, La ceramica lodigiana, Lodi 1964, ad Indicem; Maioliche di Lodi, Milano e Pavia (catal.), Milano 1964, p. 17; O. Ferrari - G. Scavizzi, Maioliche italiane del Seicento e del Settecento, Milano 1965, pp. 26 sgg; G. C. Sciolla, Lodi. Museo civico, Bologna 1977, pp. 69-85 passim; G. Lise, La ceramica a Lodi, Lodi 1981; M. Vitali, in Storia dell'arte ceramica, Bologna 1986, p. 251; M. A. Zilocchi, in Settecento lombardo, Milano 1991, pp. 492-496; M. L. Gelmini, in Maioliche lodigiane del '700 (cat. mostra Lodi), Milano 1995, R. Ausenda (a cura di), Musei e Gallerie di Milano. Museo d'Arti Applicate. Le ceramiche. Tomo secondo, Milano 2000, pp. 213-220; Felice Ferrari, La ceramica di Lodi, Lodi 2003.
  • Creatore:
    Antonio Ferretti (Produttore)
  • Dimensioni:
    Altezza: 11 cm (4,34 in)Larghezza: 13,5 cm (5,32 in)Profondità: 17,5 cm (6,89 in)
  • Stile:
    Rococò (Del periodo)
  • Materiali e tecniche:
    Maiolica,Smaltato
  • Luogo di origine:
  • Periodo:
    1770-1779
  • Data di produzione:
    1770-1780
  • Condizioni:
    Rifinito. Lieve sbiadimento. Alcune festine chiuse passanti sulla tazza, appena visibili all'esterno. Alcune schegge d'uso sul bordo del coperchio, due delle quali sono più marcate.
  • Località del venditore:
    Milano, IT
  • Numero di riferimento:
    1stDibs: LU4352226462372

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