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Due coppie di cesti in maiolica italiana, 1780 circa

Informazioni sull’articolo

Due coppie di cesti in maiolica Antonio Ferretti Produzione Lodi, circa 1770-1790 Maiolica policroma decorata "a piccolo fuoco". Misure: A) Altezza 3,54 x 6,69 x 9,84 pollici (9 x 17 x 25 cm); B) Altezza 3,93 x 7,48 x 11,02 pollici (10 x 19 x 28 cm). Peso totale 2,200 kg (4,85 lb) Stato di conservazione: A) Uno dei cestini più piccoli presenta alcune aree di restauro, l'altro lievi scheggiature dovute all'uso; B) Uno dei cestini più grandi è intatto, mentre l'altro presenta una rottura chiaramente incollata. Lo stampo con cui sono stati forgiati i cesti simula un intreccio di vimini. Le due opere più grandi hanno pareti alte e verticali, con maniglie a forma di ramo che penetrano nella trama. Le decorazioni dipinte, piccoli fiori policromi applicati solo esternamente, evidenziano i punti di intersezione delle trame. La decisione di lasciare il centro del cesto privo di decorazioni è molto insolita, ma date le dimensioni e la complessità della forma, nonché la qualità dello smalto, è possibile ipotizzare che rappresenti una precisa scelta di lavorazione o per un cliente particolare. I due cesti più piccoli hanno manici piccoli e attorcigliati e, all'esterno, riproducono in modo più deciso il caratteristico intreccio del vimini, ottenuto attraverso sottili linee modellate. L'interno presenta una ricca e tipica decorazione di fiori naturalistici: un mazzo incentrato su un fiore principale e steli secondari accompagnati da piccoli "semi". Anche l'esterno di queste opere è ornato da piccoli fiori nei punti di intersezione delle trame. Le dimensioni e le caratteristiche morfologiche dei cesti confermano la loro attribuzione alla manifattura lodigiana di Antonio Ferretti tra il 1770 e il 1790, durante il suo periodo di maggior successo; a questo punto la sua originale rielaborazione della decorazione "Strasburgo", nota come "vecchia Lodi", aveva raggiunto una grande fama anche fuori dall'Italia. Questa scelta decorativa rappresentò un punto di forza della fabbrica di Lodi, che si affermò grazie alla vivacità dei colori resa possibile dall'introduzione di una nuova tecnica perfezionata da Paul Hannong a Strasburgo e che Antonio Ferretti introdusse in Italia. Questo processo produttivo, chiamato "piccolo fuoco", permise l'utilizzo di un numero maggiore di colori rispetto al passato; in particolare, fu introdotta la porpora di Cassio, un rosso ottenuto dal cloruro d'oro. Il suo utilizzo ha permesso di ottenere molte altre tonalità e sfumature, dal rosa al viola. La famiglia Ferretti aveva iniziato la sua attività di produzione di maioliche a Lodi nel 1725. Il capostipite Simpliciano aveva avviato l'attività acquistando un'antica fornace nel 1725 e, in effetti, abbiamo testimonianze della piena attività delle fornaci a partire dall'aprile dello stesso anno (Novasconi-Ferrari-Corvi, 1964, p. 26 n. 4). Simpliciano aveva avviato una produzione di eccellenza anche grazie alla proprietà di cave di argilla a Stradella, non lontano da Pavia. La produzione ebbe un tale successo che nel 1726 un decreto della Camera di Torino arrivò a vietare l'importazione di ceramiche straniere, soprattutto da Lodi, per proteggere la produzione interna (G. Lise, La ceramica a Lodi, Lodi 1981, p. 59). Nelle sue fasi iniziali, la manifattura produceva maoliche dipinte con la tecnica "a gran fuoco", spesso in monocromia turchese, con ornamenti derivati da moduli compositivi in voga a Rouen in Francia. Questo anche grazie alla collaborazione di pittori come Giorgio Giacinto Rossetti, che appose il suo nome sui migliori esemplari accanto alle iniziali della fabbrica. Nel 1748 Simpliciano fece testamento (Gelmini, 1995, p. 30) nominando erede universale il figlio Giuseppe Antonio (detto Antonio). Dopo il 1750, quando Simpliciano morì, Antonio si occupò direttamente della fabbrica di maioliche, aumentandone le fortune e raggiungendo una reputazione a livello europeo. Particolarmente importante fu la già citata introduzione nel 1760 dell'innovativa lavorazione "a piccolo fuoco" che, ampliando il repertorio ornamentale con temi floreali di ispirazione sassone, poteva competere commercialmente con le porcellane tedesche che avevano nella naturalistica Deutsche Blumen una delle loro offerte più rinomate. Antonio Ferretti comprese e promosse questa tecnica e questa decorazione, proponendola in una versione più fresca e correttiva, meno legata alle tavole botaniche, sia con o senza linea di contorno, sia in monocromia viola o verde. Dopo gli sforzi per introdurre nel settore tecniche di produzione più industriali, anche la manifattura Ferretti, nell'ultimo decennio del XVIII secolo, iniziò ad avviarsi verso il declino nonostante i suoi tentativi di adattare la produzione ai gusti neoclassici. Nel 1796 la battaglia napoleonica per la conquista del ponte di Lodi sull'Adda compromise definitivamente le fornaci. La produzione riprese, anche se in modo piuttosto stentato, fino alla morte di Antonio, avvenuta il 29 dicembre 1810. (M. L. Gelmini, pp. 28-30, 38, 43 sgg., 130-136 (per Simpliciano); pp. 31 sgg., 45-47, 142-192 (per Antonio). Esemplari simili si trovano nelle principali collezioni pubbliche e private lombarde: una zuppiera dello stesso modello è conservata a Lodi, nelle collezioni del Museo Civico (Maioliche di Lodi, Milano e Pavia (catal.), Milano 1964, n. 127). Bibliografia di confronto: C. Baroni, Storia delle ceramiche nel Lodigiano, in Archivio storico per la città e i comuni del circondario e della diocesi di Lodi, XXXIV (1915), pp. 118, 124, 142; XXXV (1916), pp. 5-8; C. Baroni, La maiolica antica di Lodi, in Archivio storico lombardo, LVIII (1931), pp. 453-455; L. Ciboldi, La maiolica lodigiana, in Archivio storico lodigiano, LXXX (1953), pp. 25 sgg; S. Levy, Maioliche settecentesche lombarde e venete, Milano 1962, pp. 17 sgg; A. Novasconi - S. Ferrari - S. Corvi, La ceramica lodigiana, Lodi 1964, ad Indicem; Maioliche di Lodi, Milano e Pavia (catal.), Milano 1964, p. 17; O. Ferrari - G. Scavizzi, Maioliche italiane del Seicento e del Settecento, Milano 1965, pp. 26 sgg.
  • Creatore:
    Antonio Ferretti (Produttore)
  • Dimensioni:
    Altezza: 10 cm (3,94 in)Larghezza: 28 cm (11,03 in)Profondità: 19 cm (7,49 in)
  • Venduto come:
    Set di 4
  • Stile:
    Neoclassico (Del periodo)
  • Materiali e tecniche:
    Maiolica,Smaltato
  • Luogo di origine:
  • Periodo:
    1770-1779
  • Data di produzione:
    circa 1780
  • Condizioni:
    Riparato: Si tratta di vecchi restauri, probabilmente realizzati intorno agli anni '80. A) Uno dei cestini più piccoli presenta alcune aree di restauro, l'altro lievi scheggiature dovute all'uso; B) Uno dei cestini più grandi è intatto, mentre l'altro presenta una rottura chiaramente incollata. Lievi danni strutturali. A) Uno dei cestini più piccoli presenta alcune aree di restauro, mentre l'altro presenta lievi scheggiature dovute all'uso; B) Uno dei cestini più grandi è intatto, mentre l'altro presenta una rottura chiaramente incollata.
  • Località del venditore:
    Milano, IT
  • Numero di riferimento:
    1stDibs: LU4352222417532

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