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Zuppiera italiana in maiolica, manifattura Rubati, Milano, circa 1770-1780

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Zuppiera in maiolica Pasquale Rubati Produzione Milano, circa 1770 - 1780 Maiolica policroma decorata "a piccolo fuoco". Misura 6.69 in x 11,02 x 8.26 (17 x 28 x 21 cm) Peso: 2,356 lb (1,069 kg) Stato di conservazione: una festa colpisce parte del bacino. Alcune scheggiature sui manici e sul bordo del coperchio. Le fabbriche di maiolica e porcellana del XVIII secolo appartenevano principalmente a grandi famiglie reali o nobili che facevano della produzione di opere in ceramica un motivo di prestigio. A Milano invece, sotto Maria Teresa d'Austria, osserviamo l'apertura di nuove fabbriche che, in virtù della privatizzazione concessa dal governo, assunsero un vero e proprio rischio d'impresa e diedero vita a fabbriche fiorenti. La zuppiera di forma ovale poggia su un piede basso e svasato e presenta pareti scanalate con manici applicati, sporgenti a forma di voluta; il coperchio arrotondato e ampio, segue la forma del corpo e termina con una piccola presa a forma di pera con una sottile foglia in rilievo. All'interno del coperchio e sotto la base della ciotola compare una pennellata di manganese: il tradizionale "chiodo" per indicare che i pezzi che escono bianchi dall'alto fuoco devono essere portati alla "pittorìa" per essere decorati su un terzo fuoco. Questa forma appartiene a entrambe le manifatture milanesi del Settecento (Clerici e Rubati) e se ne conoscono diversi esemplari con decorazioni diverse: "al carabiniere" (R. Ausenda, Musei e Gallerie di Milano. Museo d'Arti Applicate. Le ceramiche. t. II, Milano 2000 pag. 289 n. 307) e "allo struzzo" (idem, pag. 305 n. 309). La formula pittorica della decorazione "fiore di Transburgo" qui utilizzata ci porta ad attribuirla alla manifattura di Pasquale Rubati. La decorazione, dipinta in modo simmetrico sul corpo e sul coperchio, mostra grandi fiori policromi, rose o tulipani, accompagnati da piccoli fiori campestri. Semicerchi di fiori e piccole foglie sparsi sulla superficie rimanente completano l'ornamento. La già citata introduzione nel 1760 dell'innovativa lavorazione "a piccolo fuoco" che, ampliando il repertorio ornamentale con temi floreali di ispirazione sassone, poteva competere commercialmente con le porcellane tedesche che avevano nella naturalistica Deutsche Blumen una delle loro offerte più rinomate. Pasquale Rubati era originario di Lodi, dove aveva lavorato presso la fabbrica Rossetti, per poi trasferirsi, prima a Torino e poi a Milano, dove è documentato tra i pittori della fabbrica Clerici. Accusato da Clerici di aver rubato alla fabbrica "i segreti dei colori", ovvero le ricette dei colori a terzo fuoco, Pasquale Rubati avviò una propria manifattura. An He si distingue sia per il suo straordinario talento di pittore che per la qualità delle opere e la finezza delle decorazioni che spesso imitano con successo la porcellana. Bibliografia: S. Levy, Maioliche settecentesche lombarde e venete, Milano 1962; A. Novasconi - S. Ferrari - S. Corvi, La ceramica lodigiana, Lodi 1964, ad Indicem; Maioliche di Lodi, Milano e Pavia (catal.), Milano 1964; O. Ferrari - G. Scavizzi, Maioliche italiane del Seicento e del Settecento, Milano 1965; M. A. Zilocchi, in Settecento lombardo, Milano 1991, pp. 492-496; R. Ausenda, Musei e Gallerie di Milano. Museo d'Arti Applicate. Le ceramiche. t. II, Milano 2000; p. 289 n. 307; p. 305 n. 309.
  • Creatore:
    Pasquale Rubati (Produttore)
  • Dimensioni:
    Altezza: 17 cm (6,7 in)Larghezza: 28 cm (11,03 in)Profondità: 21 cm (8,27 in)
  • Stile:
    Rococò (Del periodo)
  • Materiali e tecniche:
    Maiolica,Smaltato
  • Luogo di origine:
  • Periodo:
    1770-1779
  • Data di produzione:
    circa 1770-1780
  • Condizioni:
    Lievi mancanze. Una festa interessa parte del bacino. Alcune scheggiature sui manici e sul bordo del coperchio.
  • Località del venditore:
    Milano, IT
  • Numero di riferimento:
    1stDibs: LU4352233010082

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