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Herman PosthumusHerman Posthumus (Frisia orientale, 1512/1513 – Amsterdam, 1588), LedaXVI secolo
XVI secolo
17.496 €IVA inclusa
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Herman Posthumus (Frisia orientale, 1512/1513 – Amsterdam, 1588)
Leda e il cigno
Olio su tela, cm 87,5 x 142
Con cornice, cm 107 x 161
Iniziale 'P', al centro di un decoro del cuscino
Scheda critica Prof. Claudio Strinati
Artista misconosciuto ma dalle straordinarie capacità tecnico-esecutive, Herman Posthumus nacque in Frisia orientale attorno al 1512 e apprese i primi rudimenti in ambito pittorico presso la bottega di Jan van Scorel a Utrecht. Pittore girovago e itinerante, si trovò in Tunisia al fianco dell’imperatore Carlo V per documentare gli eventi più salienti della campagna militare condotta dal sovrano e, successivamente, si trovò, a più riprese, in Italia; durante il suo primo soggiorno italiano, condotto attorno ai primi anni ’30 del XVI secolo, fu a Roma, dove, insieme all’amico e sodale Van Heemskerk, documentò la sua presenza lasciando un graffito con la propria firma presso la cosiddetta Volta nera della neroniana Domus Aurea, luogo che catalizzò l’attenzione degli artisti italiani e stranieri in seguito alla propria scoperta verso la fine del Quattrocento. In occasione del secondo soggiorno italiano, portato avanti tra la fine degli anni ’30 ed i primi anni ‘40, l’artista fu a Mantova, dove ebbe la possibilità di osservare e di studiare dal vero le monumentali opere di Giulio Romano, che impressero un deciso mutamento all’interno del suo percorso artistico: durante il secondo soggiorno italiano di Herman Posthumus venne eseguito il più celebre tra i suoi dipinti, il Tempus edax rerum, firmato e datato 1536, attualmente parte della collezione dei principi di Liechtenstein a Vienna. In seguito ai due soggiorni italiani, Posthumus operò a lungo in Germania, anche al servizio di committenti illustri, primo tra tutti il Duca Ludovico X di Baviera, per la cui residenza decorò la cappella di corte, con affreschi oggi parzialmente distrutti e coperti dalle pitture murali di Augustin Demel del XVIII secolo. Per la cappella eseguì anche una pala d’altare che, nello scompartimento centrale, presentava la scena dell’Adorazione dei magi e che, per secoli, fu conservata presso il castello di Trausnitz, nella Bassa Baviera. Presso il palazzo bavarese di Ludovico X l’artista originario della Frisia realizza anche un ciclo di storie della dea Minerva e della fanciulla Aracne.
Il nostro dipinto, entro cui si riprende in maniera tradizionale il tema iconografico della Leda e il Cigno, potrebbe essere stato eseguito dal pittore in occasione di uno dei due suoi soggiorni italiani: l’opera presenta delle caratteristiche analoghe all’unico dipinto dell’artista certamente eseguito in ambito italiano, il già citato Tempus edax rerum di proprietà dei principi di Liechtenstein. Le due opere sono accomunate dalla presenza dei medesimi tratti di carattere onirico ed esoterico, così come dalle tinte fredde e dal tratto disegnativo marcato. Nell’opera si percepiscono vari riferimenti al panorama visivo ed al retroterra culturale di quegli anni: il colorismo e le forme decise ed imponenti del dipinto si rifanno alla coeva tradizione pittorica veneta, il retroterra magico-esoterico che pervade la composizione costituisce un rimando ai testi di Marsilio Ficino, con particolare riferimento all’Hypnerotomachia Poliphili, testo pubblicato a Venezia da Aldo Manuzio nel 1499, mentre le forme allungate delle figure ed il sinuoso collo del cigno paiono guardare a coevi modelli leonardeschi. Leda, protagonista del nostro dipinto, regina di Sparta e sposa di Tindaro, è adagiata su un lenzuolo con il busto dolcemente rialzato da un cuscino bianco. Alla sua figura, che occupa l’intero spazio della tela, si appresta soavemente quella di Zeus sotto le mentite spoglie di un cigno. A seguito di questa unione, secondo il mito, Leda depose un uovo da cui nacquero Elena, i dioscuri Castore e Polluce e Clitennestra. La vicenda si sarebbe dovuta svolgere lungo il fiume Eurota: a fare da sfondo, nel presente dipinto, è però un dettagliato scorcio, reso lenticolarmente, su una catena montuosa che circonda un lago, e alcuni edifici. Tra questi si distinguono un acquedotto e la Piramide Cestia: un brano paesistico di grande qualità, in sostanza, soprattutto nella resa cromatica della vegetazione circostante e delle montagne soffusamente delineate, tanto da far pensare che l’artista abbia studiato, durante la sua accertata e prolungata permanenza in Italia, le opere dell’ideale maestro Leonardo.
- Creatore:Herman Posthumus (Olandese)
- Anno di creazione:XVI secolo
- Dimensioni:Altezza: 87 cm (34,26 in)Larghezza: 145 cm (57,09 in)
- Più edizioni e dimensioni:87x145Prezzo: 14.400 €
- Tecnica:
- Periodo:
- Condizioni:
- Località della galleria:Milan, IT
- Numero di riferimento:1stDibs: LU2639216359842
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