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Vitaliano Brancati
Lettera di Vitaliano Brancati alla contessa Pecci Blunt - 1951

1951

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S. indirizzata alla sua "Cara Amica", la Contessa Pecci Blunt. Roma, 28 novembre 1951. 21,29 cm. Include una busta da lettera di 16,11,5 cm. Stato perfetto. Leonardo Sciascia lo descrive bene come "lo scrittore italiano che meglio ha rappresentato le due commedie italiane, il fascismo e l'erotismo, in relazione tra loro e come specchio di un paese in cui il rispetto per la vita privata e le idee di ognuno, il senso della libertà individuale, sono assolutamente sconosciuti". Il fascismo e l'erotismo, però, sono anche tragedie nel nostro paese: ma Brancati ne registra le manifestazioni comiche e coinvolge anche situazioni tragiche nel fumetto". Dopo un esordio "allineato" e compiacente, grazie al contatto con Alvaro, Moravia e altri scrittori, nel 1934, Brancati matura la sua crisi politica, si distacca dalle posizioni fasciste e rinnega i suoi primi scritti. Il 1941 è l'anno spartiacque: l'anno in cui torna a Roma e pubblica Gli anni perduti, che lui stesso considera il suo primo vero romanzo, di natura comico-simbolica ispirato a Gogol e Cechov in cui è evidente l'amarezza verso la realtà storico-politica del suo tempo. Seguono i romanzi di maggior successo come la spregiudicata farsa Don Giovanni in Sicilia pubblicata nel 1941 (da cui sarà tratto l'omonimo film), il tragicomico racconto di un'impotenza sessuale Il bell'Antonio del 1949 e il romanzo rimasto incompiuto e pubblicato postumo ( 1959), Paolo il Caldo, la storia di un'ossessione erotica che si intreccia con una lucida analisi dei costumi politici e culturali del dopoguerra. E fu nel '51, quando consegnò la sceneggiatura di Signori, in carrozza! E butta giù quella di Guardie e ladri di Monicelli e altri tempi di Alessandro Blasetti, che scrive a Pecci Blunt dicendo di aver inviato due suoi scritti alla signora Victoria Ocampo, editrice e scrittrice argentina, per la sua rivista Sur e di averle riservato la scelta. Deve essere stato un grande onore, infatti ringrazia più volte Blunt che forse aveva fatto da mediatore, per Brancati essere nel raggio d'interesse di Victoria Ocampo, che era un'attenta editrice: infatti pubblicò nella sua rivista importanti scrittori argentini come Borges, Casares, Sábato Cortázar e fece conoscere agli argentini gli scritti di autori stranieri, soprattutto francesi, inglesi e americani. Questo amore per l'arte e per la libertà di espressione che li univa, dopo solo un paio d'anni causò a entrambi, Alla Ocampo e Brancati, molti problemi: nel 1953 la Ocampo fu imprigionata a causa della sua opposizione a Perón, nel 1952 la censura colpì duramente il teatro di Brancati con il divieto di rappresentare una delle sue opere migliori, La governante, un dramma di omosessualità femminile. Nello stesso anno, lo scrittore, prendendo spunto dal divieto di rappresentare il suo lavoro teatrale, scrive il pamphlet "Ritorno alla censura" in cui sostiene con convinzione i diritti del teatro e la libertà di espressione e successivamente partecipa a un congresso per la libertà di Parigi per esprimere la sua avversità verso ogni dittatura, sia di destra che di sinistra.
  • Creatore:
    Vitaliano Brancati
  • Anno di creazione:
    1951
  • Dimensioni:
    Altezza: 29 cm (11,42 in)Larghezza: 21 cm (8,27 in)Profondità: 1 mm (0,04 in)
  • Tecnica:
  • Movimento e stile:
  • Periodo:
  • Condizioni:
    L'assicurazione può essere richiesta dai clienti come servizio aggiuntivo; contattateci per maggiori informazioni.
  • Località della galleria:
    Roma, IT
  • Numero di riferimento:
    Venditore: J-790601stDibs: LU65037663382

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