Cristina Ghetti

Onda grigia (Quadro astratto)

2018

Cristina Ghetti è una pittrice astratta il cui lavoro mobilita i linguaggi visivi della Op Art, dell'astrazione geometrica e dell'arte cinetica per esplorare l'intersezione tra percezione e realtà. Nata in Argentina, vive e lavora a Valencia, in Spagna. Ghetti ha conseguito un Master in Arti Visive e Multimedia presso l'Università Politecnica di Valencia, in Spagna, dove ha sviluppato un forte interesse per la collaborazione con esperti di settori adiacenti, come infomatici e matematici. La sua ricerca sullo sviluppo di nuove geometrie nelle arti visive è culminata nella sua tesi di dottorato, intitolata "Post Medial Geometry". Ghetti ha esposto ampiamente le sue opere, tra cui le recenti mostre al MACBA (Museo de Arte Contemporáneo, Buenos Aires), all'Ambasciata Argentina, Washington, DC, e al Frost Art Museum, Miami, FL, tra gli altri. Le sue opere sono presenti nelle collezioni permanenti del Museo Nazionale di Arte Contemporanea e Design di San José Costa Rica, del Museo Municipale di Arti Plastiche Eduardo Sívori, Buenos Aires, del Museo Provinciale di Belle Arti della Provincia di Corrientes, del Museo Provinciale di Santa Rosa, Provincia di La Pampa, dell'Università Politecnica di Valencia, Spagna, della Fondazione Max Aub e del Parco di Scultura di Rincón de Ademuz, Spagna, oltre che in numerose collezioni private. Ghetti è interessato a metodi e strumenti interdisciplinari. Crea le sue composizioni al computer, utilizzando strumenti digitali per sviluppare immagini che ingannano la mente facendole percepire cose come il movimento e la profondità su un piano bidimensionale e statico. In seguito traduce le sue composizioni in dipinti tradizionali utilizzando la pittura acrilica su tela. L'aspetto più interessante per lei di questo processo è la relazione percettiva ed esperienziale che scopre. I media digitali le permettono di immergersi in un ambiente virtuale, mentre il lavoro di traduzione dell'immagine virtuale in un oggetto-immagine materiale, utilizzando la pittura e la tela, solleva domande su dove si possa tracciare il confine tra realtà e percezione.