Georges Ferrato

Autremer attratto dall'occupazione dei grigi

1988

La visione interiore di Georges Ferrato è alimentata da un senso di meraviglia nei confronti della vita: innanzitutto la natura della Provenza, con i suoi cieli onnipresenti in cui forza e dolcezza si intrecciano in modo così evidente, e la terra, nutrita da un magnetismo radioso. Tutto è luce, atmosfera e colore. Poi ci sono gli uomini il cui destino è così incerto, così misterioso, le cui passioni e interessi scorrono lungo un percorso il cui filo conduttore è fatto di ricerche e domande. È tutta una storia. Infine, c'è l'incontro tra uomo e natura, dove la forma è la chiave. La pittura di Georges Ferrato è composta da tutti questi elementi. Le grandi aree piatte di colore imprimono un ritmo alla tela, un ritmo di fondo, un movimento tellurico e oceanico. E poi, la mano traccia una linea spezzata, definendo un itinerario approssimativo, caotico ma magicamente armonioso. C'è quell'istante in cui una forza esplode, si manifesta e scompare. Rimane solo il dipinto, testimone del gioco della vita, che opera il suo incantesimo sullo spettatore.