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Mario SchifanoOpera d'arte di Mario Schifano firmata negli anni '901997
1997
3540 €IVA inclusa
Informazioni sull’articolo
Smalto su tela "Senza titolo", firma sul retro.
È presente una certificazione dell'artista.
Archiviato nel 1997 Monte Titano Arte
Archivio Generale dei dipinti di Mario Schifano n. 713/97 del 19.09.1997 Monte Titano Arte. Bibliografia: l'opera è presente in III° Mario Schifano Opere su tela 1991-1998 pag. 401
Le dimensioni sono senza cornice.
Questo quadro, proveniente da una collezione privata, è abbellito da un'imponente cornice originale in legno naturale, in condizioni quasi perfette.
Il dipinto è inoltre protetto da un vetro
Ogni articolo della nostra Galleria, su richiesta, è accompagnato da un certificato di autenticità rilasciato da Sabrina Egidi, funzionario esperto in mobili italiani per la Camera di Commercio di Roma e per il Tribunale Civile di Roma.
Mario Schifano (Homs 1934 - 1998) è stato un pittore e regista italiano.
Insieme a Franco Angeli e Tano Festa ha rappresentato un punto fondamentale della Pop Art italiana ed europea.
Perfettamente integrato nella scena culturale internazionale degli anni '60, era noto per essere un artista prolifico, esuberante e tossicodipendente.
Appassionato di nuove tecniche pittoriche, è stato tra i primi a utilizzare il computer per creare opere ed è stato in grado di elaborare immagini dal computer e trasferirle su tele emulsionate.
Mario Schifano nacque nella Libia italiana e dopo la fine della guerra tornò a Roma dove, a causa della sua personalità irrequieta, lasciò presto la scuola per seguire le orme del padre che lavorava al museo etrusco di Villa Giulia come archeologo e restauratore.
Grazie a questa esperienza, si è avvicinato all'arte, producendo inizialmente opere influenzate dall'Arte Informale.
La sua prima mostra personale fu alla Galleria Appia Antica di Roma nel 1959.
Alla fine degli anni '50 partecipa al movimento artistico Scuola di Piazza del Popolo insieme ad artisti come Francesco Lo Savio, Mimmo Rotella, Giuseppe Uncini, Giosetta Fioroni, Tano Festa e Franco Angeli.
Il gruppo si riuniva al Caffè Rosati, un locale romano frequentato all'epoca, tra gli altri, da Pier Paolo Pasolini, Alberto Moravia e Federico Fellini e situato in Piazza del Popolo, da cui presero il nome.
Nel 1960, le opere del gruppo furono esposte in una mostra collettiva alla Galleria La Salita.
Nel 1961 espone in una mostra personale alla Galleria La Tartarugadi Plinio De Martiis a Roma.
Nel frattempo aveva conosciuto, tra gli altri, la sua futura amante Anita Pallenberg al Caffè Rosati, con la quale fece il suo primo viaggio a New York nel 1962, dove entrò in contatto con Andy Warhol e Gerard Malanga alla Factory.
In questo periodo partecipò alla mostra New Realists alla Sidney Janis Gallery, una collettiva che comprendeva la maggior parte dei giovani artisti della Pop art e del Nouveau Réalisme, tra cui Andy Warhol e Roy Lichtenstein.
In seguito ebbe l'opportunità di partecipare alla scena sociale di New York, che lo portò a fare i primi esperimenti con l'LSD.[6]
Al ritorno da New York, dopo aver partecipato a mostre a Roma, Parigi e Milano, prese parte alla XXXII Esposizione Internazionale d'Arte di Venezia nel 1964.
In questo periodo appaiono in embrione i suoi dipinti definiti "Paesaggi anemici", in cui è la memoria a evocare la rappresentazione della natura con piccoli dettagli o iscrizioni allusive, e le reinterpretazioni della storia dell'arte che in seguito porteranno alle sue famose opere pittoriche sul futurismo.
A Roma conobbe e frequentò Marco Ferreri e Giuseppe Ungaretti ai quali, già ottantenne, offrì una serata al Peyote.
Ma una delle frequentazioni di questo periodo che lo influenzò maggiormente fu quella con Ettore Rosboch, con il quale strinse una profonda amicizia, basata sulla comune passione per la musica. In quegli anni, anche grazie ai loro continui viaggi a Londra, i due divennero amici dei Rolling Stones, ai quali presentarono Anita Pallenberg, che nel 1965 iniziò una relazione con Brian Jones e anni dopo divenne la compagna di Keith Richards.
Nel 1969, l'appartamento di Piazza in Piscinula a Roma che allora apparteneva a Schifano fu utilizzato da Ferreri come set per il film Dillinger is Dead, sulle cui pareti si possono vedere alcuni dipinti dell'artista.
Nel 1969, i Rolling Stones dedicarono a Mario Schifano la canzone Monkey Man.
Nel 1971 alcuni dei suoi dipinti furono inclusi da Achille Bonito Oliva nella mostra Vitalità nel negativo nell'arte italiana 1960/70.
Molte delle sue opere, i cosiddetti "monocromi", presentano solo uno o due colori, applicati su carta da imballaggio incollata su tela.
L'influenza di Jasper Johns si manifestava nell'uso di numeri o lettere isolate dell'alfabeto, ma nel modo di dipingere di Schifano si possono rintracciare analogie con il lavoro di Robert Rauschenberg.
In un dipinto del 1960, si può leggere la parola "no" dipinta con gocce di colore in grandi lettere maiuscole, come in un graffito murale.
L'influenza della Pop art è visibile in tutta la produzione artistica di Mario Schifano, affascinato dalle nuove tecnologie, dalla pubblicità, dalla musica, dalla fotografia e dalla sperimentazione.
In particolare, le opere dell'artista più vicine alla Pop Art sono quelle degli anni Ottanta.
Tra le opere più importanti di questo periodo ci sono le Propagande, una serie dedicata ai marchi pubblicitari (Coca-Cola ed Esso) in cui abbiamo un chiaro esempio di veicolazione di immagini di uso comune e facilmente riconoscibili citate in molteplici modi o dettagli di esse, biciclette, fiori e natura in generale (tra le serie più famose ci sono i Paesaggi anemici, le Vedute interrotte, L'albero della vita, gli estinti e i Campi di grano).
Tra le sue opere più riconoscibili e importanti ci sono sicuramente le tele a emulsione, figlie di quegli scatti fotografici continui che hanno accompagnato tutta la sua vita, supporti sui quali vengono riproposte le immagini televisive del consumo quotidiano, molteplici e in un flusso continuo con leggeri interventi pittorici.
- Creatore:Mario Schifano (1934 - 1998, Italiano)
- Anno di creazione:1997
- Dimensioni:Altezza: 30 cm (11,82 in)Larghezza: 20 cm (7,88 in)Profondità: 5 cm (1,97 in)
- Tecnica:
- Periodo:
- Condizioni:
- Località della galleria:Roma, IT
- Numero di riferimento:1stDibs: LU2883216562322
Mario Schifano
Mario Schifano (1934-1968) è considerato uno degli artisti più significativi del postmodernismo italiano. Nel corso della sua carriera ha lavorato con numerosi mezzi, ma è forse più conosciuto per i suoi collage composti da pubblicità, carta straccia e componenti dipinti. Nella seconda metà della sua carriera, il lavoro di Schifano è diventato sempre più politico, in quanto ha esplorato temi come la guerra del Vietnam e il diffuso disagio sociale attraverso il cinema e la fotografia. Nato nel 1934 in Libia, Schifano e la sua famiglia si trasferirono a Roma dopo la Seconda Guerra Mondiale. Con scarso interesse per la scuola formale, Schifano ha iniziato a dipingere in modo indipendente e a produrre opere a tecnica mista, utilizzando principalmente tele monocromatiche con carta da imballaggio incollata e stencil applicato. Queste opere hanno ottenuto il plauso della critica e sono state seguite da una serie di mostre sia in Italia che negli Stati Uniti. Nel 1962 fu incluso nella mostra New Realists, un'importante collettiva presso la Sidney Janis Gallery di New York insieme ad artisti come Andy Warhol e Roy Lichtenstein. Utilizzando spesso elementi della cultura pop, come loghi di marchi e pubblicità, il suo lavoro è considerato in gran parte nel contesto della Pop Art. Sebbene Schifano sia stato costantemente produttivo e acclamato dalla critica, per la maggior parte della sua vita ha lottato contro la dipendenza dalle droghe, un'abitudine che ha portato a molteplici arresti e che ha portato l'artista a etichettare la sua carriera come "maldoto" (maledetta). Morì all'età di 63 anni a Roma nel 1998 (Ref: Sotheby's). Le sue opere d'arte sono state vendute per oltre 1M€ da Sotheby's.
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