Claude Venard

'Pendule et Verre' Natura morta astratta, giallo, bianco e nero

Circa 1955

Claude Vénard ha uno stile distinto: è postcubista nella sua composizione e ha progressivamente accentuato il cromatismo della sua tavolozza fino a raggiungere i colori più crudi, che ha utilizzato in forme molto spesse e talvolta applicate con un coltello da tavolo.

Vénard è nato in Francia nel 1913 e, dedicandosi completamente alla realizzazione di dipinti all'età di 17 anni, ha studiato all'École des Arts Appliqués per sei anni, fuggendo dall'Académie des Beaux-Arts dopo sole 48 ore. Nel 1938 firmò il manifesto Rupture e partecipò alla prima mostra dell'influente gruppo Forces Nouvelles, insieme a Francis Gruber e Pierre Tal-Coat presso la Galerie Billiet-Vorms. In seguito si sviluppò una stretta affinità tra questi pittori e insieme furono determinanti nel forgiare l'estetica dell'immediato dopoguerra dell'Ecole de Paris.

Vénard divenne rapidamente noto per il suo ricco impasto e per la consistenza variabile. Ha ricevuto il plauso della critica ed è stato personalmente sostenuto da Andre Salmon e Waldemar George, che hanno descritto la sua pittura come "Arte apocalittica! Gli esseri e le cose di tutti i giorni riacquistano improvvisamente il loro significato. I valori emotivi tornano a farsi sentire".

Le composizioni distinte e affascinanti di Vénard si sono sviluppate attraverso un sistema post-cubista che oscilla tra astrazione e naturalismo. Apre prospettive proiettando panorami spaziali in ogni parte della tela, secondo un ordine emotivo più che fisico. Oggetti familiari sorgono in mezzo a una rete di striature e tratteggi. I colori diventano più intensi in alcune zone per sottolineare la solidità della composizione; in altre zone la luce è più tenue e diafana, come a indicare spazi di diversa intensità emotiva.

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(Biografia fornita da Gallery of the Masters)