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Ugo Gheduzzi
Paesaggio d'epoca italiano firmato

1915 ca.

1888 €IVA inclusa

Informazioni sull’articolo

Paesaggio italiano firmato del 1910 Bellissimo dipinto a olio su cartone del grande artista bolognese Ugo Gheduzzi (Crespellano BO 5 marzo 1853 - Torino 1925). La luce di rara intensità e i colori nitidi rendono quest'opera un piccolo capolavoro. Firmato sul retro "U. Gheduzzi" Quest'opera d'arte, mai presentata prima sul mercato, proviene da un'importante collezione privata ed è impreziosita da un'imponente cornice antica in legno dorato. Ugo Gheduzzi (Crespellano, Bologna 5 marzo 1853 - Torino 1925). Pittore emiliano, nato a Crespellano, vicino a Bologna, si occupa dell'immagine di genere, ma soprattutto del paese. A Torino, nel 1880, ebbe un dipinto intitolato: Sulla strada di Monteveglio; a Roma, nel 1883, un bel quadro raffigurante alcuni dei dintorni di Belluno e a Torino, nel 1884, un buon quadro per colore e disegno, intitolato: Sulla fine dell'estate". (Angelo De Gubernatis in 'Dizionario degli artisti italiani viventi', e Gonnelli, 1906) Nacque a Crespellano, in provincia di Bologna, il 5 marzo 1853 ed entrò all'Academy Arts nel 1867; ottenne premi scolastici in Elementi di Ornato (1868), Decorazione (1870), Elementi di Figura (1870 e 1871) e infine in Paesaggio ed Elementi di Architettura (1872). Nel 1874, ancora molto giovane e appena terminati gli studi, fu chiamato a Torino, per lavorare al Teatro Regio, da Riccardo Fontana, già collaboratore di Augusto Ferri. È l'inizio di una carriera da scenografo che durerà tutta la vita. Il lavoro dello scenografo, tuttavia, prevedeva, alla fine della stagione teatrale, dei momenti di pausa che generalmente venivano trascorsi nella città natale, per stare con la famiglia. In questi periodi Ugo Gheduzzi si dedicò alla pittura di paesaggio. Questa abitudine si trova anche, ad esempio, in Alfonso Goldini ed era piuttosto comune. Così, anche di Gheduzzi si può seguire questa doppia esistenza di scenografo a Torino, dove vive nelle soffitte del Regio, costantemente al lavoro, e a Pragatto, un piccolo paese del Crespellano, come pittore di paese. Come scenografo, il nucleo più consistente dei suoi bozzetti è conservato dagli eredi Gheduzzi, dato che le scenografie, già per loro natura opere effimere, sono andate perse in seguito al grave incendio che devastò il Regio nel 1936. Molti di questi schizzi e disegni sono riprodotti nelle opere di Basso e Viale Ferrero (vedi bibliografia) e includono spettacoli come l'Aida di Verdi, rappresentata al Regio nel 1879, il Gran Ballo Excelsior (1881-1882) - dato a Torino in onore dell'apertura del tunnel del Fréjus -, il Lohengrin di Wagner (1890), la prima assoluta di Manon Lescaut di Giacomo Puccini al Regio nel 1893, Tosca (1900) sempre di Puccini, Sigfrido (1905-1906), ancora di Wagner. Tuttavia, è come pittore di paesaggi che Belluzzi lo ricorda, conservando una fotografia della campagna bolognese (n. 132) presentata all'Esposizione di San Michele in Bosco del 1888; a Palermo, nello stesso anno, ricevette la medaglia d'oro per l'A. Stone. Per tutti gli anni Ottanta dell'Ottocento, Gheduzzi si presentò alle esposizioni nazionali: a Roma nel 1883 (Dintorni di Belluno), a Torino nel 1884 (Sul finire d'e summere) e nel 1902 (Casas rusticche); partecipò anche alle mostre dei promotori (1907: Campagna piemontese, acquistata dai duchi di Genova) e del Circolo degli Artisti della città piemontese (1917: All'ombra dei faggi, Al lavoro). A Bologna presenta spesso grandi copie di opere alle mostre di Francesco Francia; è affiancato, nel lavoro al Regio come nella pittura di paesaggio, dal primogenito Augusto: alle colline emiliane si aggiungono le Alpi piemontesi. La famiglia Gheduzzi infatti si trasferisce lentamente in Piemonte, visto che Augusto si forma prima all'Academy di Bologna ma poi si trasferisce a Torino e che lui, come gli altri fratelli, Giuseppe - anche lui a Torino in Academy - e poi Cesar e Mario, lavoreranno come scenografi al Regio per il padre, diventando sia Cesare che, soprattutto, Mario, pionieri della nuova arte cinematografica. Nel 1889 Ugo Gheduzzi viene nominato accademico onorario a Bologna e nel 1912 socio ordinario. Due dei suoi dipinti, due oli, uno su cartone (Landsage con città), l'altro su tavola (Casa di Cerere), che nei materiali denunciano la loro origine di pittura quasi di svago, realizzata in momenti di pausa, si trovano al MAMbo di Bologna, ma molte delle sue opere sono all'Albertina di Torino, in case private o sul mercato. Nella zona di Crespellano lavora poi come pittore decoratore e di lui sono da ricordare almeno le due grandi tele del 1893 raffiguranti La Fiera di Pragatto e Scena di caccia in Palude, destinate a coprire o a sostituire le identiche pitture murali realizzate dal pittore nella villa di Giulio Stagni, e la stanza-paese nel palazzo Bentivoglio-Grassi ora Garagnani del 1894. A Torino nel 1923 si occupò delle scenografie per la messa in scena della Passione di Cristo allo Stadio di Torino, una grandiosa rappresentazione sacra che prevede la ricostruzione dei luoghi e dei fatti della Passione di Gesù Cristo attraverso dei tableaux vivants. Ugo Gheduzzi morì a Torino nel 1925. Isabella Stancari Dimensioni della cornice bianca cm 40 x 20 Questa opera d'arte viene spedita da Roma. In base alla legislazione vigente, qualsiasi opera d'arte in Italia creata più di 70 anni fa da un artista deceduto può richiedere una licenza di esportazione indipendentemente dal prezzo di mercato dell'opera. La spedizione può richiedere giorni di gestione aggiuntivi per richiedere la licenza a seconda della destinazione dell'opera d'arte.
  • Creatore:
    Ugo Gheduzzi (1853 - 1925, Italiano)
  • Anno di creazione:
    1915 ca.
  • Dimensioni:
    Altezza: 58 cm (22,84 in)Larghezza: 36 cm (14,18 in)Profondità: 3 cm (1,19 in)
  • Tecnica:
  • Movimento e stile:
  • Periodo:
  • Condizioni:
  • Località della galleria:
    Roma, IT
  • Numero di riferimento:
    1stDibs: LU2883216561982

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