Carmen de Vos

Stoccolma, Moderna Museet #17 [Ci sono già stato, l'ho fatto] - Polaroid, Colore

2006

La fotografa belga Carmen de Vos scatta delle polaroid per incorniciare le sue fughe mentali. Si lasciano sfuggire di mano così facilmente. Pensa a situazioni e colleziona fantasie. È la fondatrice e caporedattrice della defunta rivista TicKL. Carmen de Vos è una fotografa lenta. Registra, ritrae e inventa strane storie. Desidera enormemente ciò che ha paura di perdere: il contatto umano reale, la lentezza dell'essere e del creare, la tangibilità dei materiali. Quasi senza eccezione, utilizza vecchie polaroid, pellicole scadute da tempo e filtri autoprodotti. I suoi strumenti e metodi, come lo sbiancamento della pellicola e l'ostruzione intenzionale della stessa, non sono precisi e non sono nemmeno orientati a una rappresentazione perfetta. Spesso producono risultati, come la colorazione, la deformazione, la mancanza di nitidezza, che la fotografa non avrebbe mai potuto prevedere con certezza perché i loro difetti non consentono di fare calcoli. Non ha il controllo. Combatte il materiale. Lei progetta, mette in scena e dirige, ma la chimica decaduta e gli obiettivi fuori fuoco aggiungono la loro magia, da soli, che la sorprende allegramente o rovina la sua immagine. Questa battaglia la attrae quanto la frustra. Ama creare all'interno di queste limitazioni, per cercare di produrre la migliore immagine possibile all'interno delle ristrette circostanze date. Per fortuna, è un'amante delle imperfezioni. Una volta, si è resa colpevole di marachelle fatte in casa per TicKL, la sua rivista inglese di arte pornografica con polaroid. Non può fare a meno di tornare a quei tempi benedetti della fotografia d'amore libera con le sue Polaroid.