Fotografia originale di Edward S. Curtis, "Il cacciatore di Klamath" 1923

Edward S. Curtis è probabilmente il fotografo più influente del West americano. Il suo lavoro si colloca indiscutibilmente tra quelli dei più importanti fotografi del XX secolo.

Curtis era prima di tutto un artista estremamente dotato e sofisticato, il cui lavoro aveva la dualità di essere un'incredibile creazione artistica e allo stesso tempo un documento di un popolo. È stato in grado di creare, in modo unico, una visione duratura dell'Indiano d'America che non era mai esistita prima di essere vista attraverso il suo obiettivo fotografico.

Edward Curtis ha prodotto immagini degli Indiani d'America che trasmettono una dignità, un'umanità universale e una certa maestosità residua che trascendono letteralmente tutti gli altri lavori realizzati su questo tema. Nelle sue fotografie vediamo immagini che sono in grado di stare da sole nel mondo della fotografia.

A partire dal 1898 e fino al 1928, Curtis dedicò la sua vita a documentare i modi di vita e le culture tradizionali di 128 tribù di indiani d'America che vivevano a ovest del fiume Mississippi, dall'Alaska al confine con il Messico.

Curtis era un genio di artista posseduto da una singolare ossessione per la conservazione dei modi di vita tradizionali degli Indiani d'America.

Sorprendentemente, concentrando tutto il suo immenso talento in un periodo sconcertante di 30 anni, Curtis ha realizzato ciò che si era prefissato: ha salvato i modi di vita tradizionali di queste popolazioni native, ma a un costo personale enorme. Gli è costato il matrimonio, la salute e ogni possibile stabilità finanziaria.

Nonostante tutto questo, ha perseverato e ha lasciato un corpo di lavoro che non sarà mai eguagliato nel campo della fotografia.

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(Biografia fornita da Bruce Kapson Gallery)