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Cristoforo Munari
Quattro nature morte con strumenti musicali
1710

95.511,43 USDPrezzo di listinoIVA inclusa

Informazioni sull’articolo

Cristoforo Munari (Reggio Emilia, 1667 - Piva, 1720) e workshop "Cello, due liuti, piccole mele e spartiti", 52x69 cm "Chitarra, mandola, brocca, pesche e spartito", 51x68 cm "Natura morta con arpa, liuto, tromba, flauto e spartito", 52x69 cm "Violini, liuto, giglio, limoni e spartiti" 51x69 cm Questa bella ed elegante serie di quattro dipinti è una splendida testimonianza di un tema pittorico molto popolare fin dalla metà del XVII secolo: la natura morta con strumenti musicali. L'evoluzione della moda naturalistico-mortista orientata verso composizioni con strumenti musicali, a partire dagli inserti "strumentali" di Caravaggio, questo "genere" vede il suo massimo sviluppo espressivo e virtuosistico nell'opera del bergamasco Evaristo Baschenis, autore di vere e proprie Vanitas, in cui c'è un suggestivo silenzio tra gli oggetti creati invece per riempire gli ambienti di suoni. Cristoforo Munari, identificato dalla professoressa Francesca Baldassari come l'autore delle opere qui presentate, realizzate con il suo aiuto, rappresenta l'anello di congiunzione tra la severa rappresentazione di Baschenis e un approccio più moderno e leggero, più adatto alla decorazione di alta qualità che all'introspezione filosofica. Infatti, questo tipo di dipinti veniva collocato nelle sale da musica dei salotti medicei e nelle case nobiliari, per abbellire e mostrare agli ospiti lo scopo delle stanze. Due delle sue tele Natura morta con frutta, porcellana e strumenti musicali e Natura morta con frutta, libri, piatti e spartiti musicali, 1710-1720 sono conservate nel Museo Civico Amedeo Lia di La Spezia. Nel 1998 il Comune di Reggio Emilia ha promosso una mostra per rendere omaggio al pittore a Palazzo Magnani. I dipinti vengono presentati incorniciati come nell'immagine n. 5. Le dimensioni dei dipinti, compresa la cornice, sono di circa 72x90 cm. Le opere sono accompagnate da una lettera autografa della Prof.ssa Francesca Baldassari di Firenze, autrice delle più autorevoli pubblicazioni su Cristoforo Munari e sulla pittura fiorentina del XVII-XVIII secolo. Spedizione è offerta gratuitamente; le tasse aggiuntive relative all'importazione in paesi non europei saranno a carico dell'acquirente, in base agli accordi. The Studiolo gallery issues a certificate of authenticity and according to the law and in the light of its thirty years of activity and experience. Guido Cribiori director of the Studiolo Gallery Di seguito il testo della lettera del Prof. Baldassari Firenze, 18 settembre 2022 Cristoforo Munari (Reggio Emilia, 1667 - Piva, 1720) e workshop "Cello, due liuti, piccole mele e spartiti", 52x69 cm "Chitarra, mandola, brocca, pesche e spartito", 51x68 cm "Natura morta con arpa, liuto, tromba, flauto e spartito", 52x69 cm "Violini, liuto, giglio, limoni e spartiti" 51x69 cm Le tele presentano il consueto repertorio di oggetti di Munari, presentati con gusto scenografico e illusionistico e su livelli sfalsati come era solito fare l'artista reggiano. La firma di Munari è evidente nel rigore luministico e nella resa scenica del violino del primo quadro citato, nell'arpa, nel liuto, nel flauto e nella tromba della terza tela citata e nel violino e nel giglio del quarto esempio. Le altre parti del quartetto sono più deboli e suggeriscono l'intervento del laboratorio. È molto probabile che le tele appartengano al periodo fiorentino di Munari, documentato a partire dall'aprile 1706 e fino al 1715, senza dubbio il momento più felice della sua maturità artistica, grazie agli stretti rapporti instaurati con la corte medicea e con la ricca nobiltà che vi gravitava intorno. I favori concessi a Munari dal mecenatismo fiorentino e, di conseguenza, il raggiungimento della tanto attesa indipendenza economica gli permisero probabilmente di lavorare con maggiore serenità e di raggiungere un più alto livello di produzione nelle sue opere. Se nella Pianura Padana Munari aveva ricevuto l'impulso a praticare il genere della natura morta e aveva mosso i primi passi, se Roma è stata il centro formativo della sua poetica basata sulla reinvenzione personale della pittura nordica e di quella di Giovanni Paolo Spadino, Firenze è il luogo in cui il suo talento poliedrico trova piena espressione e il suo talento di pittore, raggiunta un'espressione libera e definitiva, raggiunge vette disegnative e pittoriche ineguagliabili. L'importanza dell'appoggio del Gran Principe Ferdinando de Medici (1663 - 1713) non sarà mai abbastanza sottolineata per il destino di Munari. La chiamata di Cristoforo a Firenze, dove poté contare su commissioni di opere da parte di Francesco Riccardi (1648 - 1719), del marchese Donato Maria Guadagni (1641 - 1718) è molto probabilmente dovuta a questo avido collezionista, appassionato del genere della natura morta. Da A, della famiglia Feroni, di Giovanni Gualtiero Guicciardini e dei Moretti da Bagnano. I quattro esempi qui presentati dovevano probabilmente abbellire le stanze di qualche casa nobile fiorentina. Francesca Baldassari

Creatore:
Cristoforo Munari (1667 - 1720, Italiano)
Anno di creazione:
1710
Dimensioni:
Altezza: 52 cm (20,48 in)Larghezza: 69 cm (27,17 in)Profondità: 6 cm (2,37 in)
Tecnica:
Oil
Movimento e stile:
Antichi maestri
Periodo:
1710-1719
Condizioni:
Località della galleria:
Milano, IT
Numero di riferimento:
Venditore: Munari e aiuti1stDibs: LU2534213173932

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