Geneviève Seillé

Il cervello del mostro #1636- Geneviève Seillé, 21° secolo, Outsider art

2019

Geneviève Seillé è nata in Francia nel 1951. Dal 1970 al 1977 ha insegnato nelle scuole primarie e secondarie in Francia e in Inghilterra. Nel 1981 si è laureata in Belle Arti (BA) al Wolverhampton Polytechnic. Dal 1979 al 1988 ha lavorato a spettacoli come Le Banquet & Le Jardinier du Ciel, Wolverhampton Polytechnic, Once Upon a Time, Processions, La Parade de la Veuve Eploré & Forsaken Memories, Arena Studio, Wolverhampto e Stories from the Land of Pythonie, Lichfield Festival. Dal 1981 al 1992 è diventata insegnante freelance. È stata artista in residenza tra il 1990 e il 1995 presso lo Stoke-on-Trent Museum and Art Gallery. Ha creato collage, disegni in cui la scrittura ha un ruolo importante e dipinti. Ha insegnato anche nelle scuole del Warwickshire, a Nuneaton e in varie altre scuole in Inghilterra e in Francia. Nel 1992, tre dei suoi libri sono stati acquistati dalla National Art Library, Victoria and Albert Museum, Londra. Dal 1993 al 2000 ha vissuto e lavorato in Francia e in Inghilterra. Dal 2000 vive in Francia. COLLEZIONI National Art Library, Victoria and Albert Museum, Londra. Ruth e Marvin Sackner Archives de la poésie concrète et visuelle, Floride. USA Fondazione MacArthur, USA Nell'opera plastica di Geneviève Seillé la parola, come un segno, regna sovrana. Un oggetto di fascino, di cui conta solo l'aspetto visivo e che diventa un'entità estetica. Questa mania per il fascino formale della parola risale alla prima infanzia dell'artista, che si deliziava del suono della penna intinta nel calamaio e del suo passaggio sulla carta. La sensibilità si risveglia e copiare linee, parole e lettere gli procura un immenso piacere. È stato nel 1995 che Geneviève Seillé ha compiuto un nuovo passo, disegnando le sue parole, i suoi "segni densi" che ha integrato nel suo lavoro. Linearità e colore si mescolano, dando ai suoi disegni una certa simmetria, una certa ripetizione. Non lascia spazio al vuoto. Tutto è una scusa per riempire, per "scarabocchiare" come le piace dire, ma uno scarabocchio che alla fine si armonizza sempre. In questa zona misteriosa, piena di improvvisazioni un po' caotiche, prendono vita le suggestioni mentali e le immagini visive di Geneviève Seillé. Creature mostruose, anatomia inventata e sempre la parola si uniscono e offrono un nuovo modo di vedere, vertiginoso e affascinante. "Porteremo a un mondo in cui i corpi umani potranno diventare uccelli, o pesci, o persino mostri con arti improbabili".