
Lampadario SputnikDi Gino Sarfatti
È giusto che Gino Sarfatti (1912-85) abbia puntato al cielo per il suo ornato e influente lampadario Sputnik. Il designer e industriale nato a Venezia si stava laureando in aeronautica presso l'Università di Genova quando suo padre ebbe problemi finanziari e trasferì la famiglia a Milano, dove Sarfatti creò inavvertitamente il suo primo apparecchio di illuminazione.
Dopo aver costruito una lampada per un amico utilizzando un vaso di vetro e i componenti elettrici di una macchina da caffè, Sarfatti si è presto appassionato al design dell'illuminazione. Nel 1939 aprì il suo laboratorio Arteluce, seguito da uno spazio per la vendita al dettaglio.
Lavorando a stretto contatto con gli artigiani locali, ha acquisito preziose conoscenze tecniche e ha sviluppato centinaia di progetti di illuminazione provocatori e pionieristici che, date le condizioni economiche dell'Italia prima e dopo la Seconda Guerra Mondiale, dipendevano inizialmente da un accorpamento di risorse limitate. Il lampadario Sputnik - artistico ma costruito con pochi materiali - deve il suo design alle competenze che Sarfatti aveva affinato sul lavoro.
Soprannome a parte, la plafoniera che Sarfatti chiamò Fuoco d'artificio (italiano per "fuochi d'artificio") fu progettata nel 1939, quasi 20 anni prima che l'Unione Sovietica lanciasse in orbita il suo satellite Sputnik 1. Il lampadario non fu effettivamente prodotto fino ai primi anni '50 - prima del decollo del satellite, misteriosamente - ma il design si adattava perfettamente all'architettura futurista dell'epoca e all'abbigliamento in vinile appariscente di Pierre Cardin. Nel mondo dell'arredamento, il debutto di Eero Aarniodella sedia Ball a forma di baccello era imminente e la frenesia dell'A Space aveva travolto la cultura popolare, la tecnologia e la politica.
Con la sua impressionante disposizione di bracci tubolari di ottone sporgenti e lampadine a pera esposte (alcuni modelli ne hanno più di 20), la lampada di Sarfatti era un'aggiunta appropriata agli eccentrici arredi di Space AGE che erano diventati di moda negli anni Cinquanta. Pur perseguendo la funzionalità e l'utilitarismo, il designer era incline al tipo di sperimentazione che ha portato al suo famoso lampadario.
Lo Sputnik utilizza cavi di sospensione e riflettori metallici al posto dei paralumi in pergamena che erano comuni agli inizi di Arteluce. Nel 1973, dopo aver collaborato con Franco Albini, Marco Zanuso e altri nel corso degli anni, Sarfatti vendette la sua premiata azienda al produttore di illuminazione FLOS, mentre suo figlio, Riccardo, fondò Luceplan nel 1979.
Lampadario Sputnik
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