Carlos Cruz-Diez

Physichromie № 334

1967

Per l'artista venezuelano Carlos Cruz-Diez (1923-2019), il colore era un effetto abbagliante e transitorio, che cercava di catturare sulla tela e nelle installazioni luminose. Le suggestive composizioni che ha prodotto nel corso dei suoi sette decenni di carriera lo hanno reso uno dei più grandi artisti del dopoguerra in America Latina e una figura di spicco del movimento Op art.

"Non faccio dipinti, né sculture. Creo piattaforme per eventi", ha detto una volta Cruz-Diez. "Sono piattaforme in cui il colore viene prodotto, dissolto, generato in un istante perpetuo. In esso non esiste la nozione di passato o di futuro. In esso c'è la nozione di momento presente, proprio come la vita".

Basandosi sulle esplorazioni cromatiche di Sir Isaac Newton, George Seurat e Josef Albers, ha creato dei dipinti di grande impatto che comprendono linee di tonalità contrastanti che sembrano brillare. An ha chiamato queste opere physichromies.

Più avanti nella sua carriera, Cruz-Diez spostò le sue esplorazioni dalla pittura alla luce. Le sue "cromosaturazioni" sono ambienti immersivi costituiti da tre camere, ciascuna inondata da una luce di colore diverso, che disorientano i visitatori e ne alterano la percezione. Ha anche tradotto le sue illusioni cromatiche in spazi pubblici, come il pavimento che ha creato all'aeroporto internazionale Simón Bolívar, vicino a Caracas, e un passaggio pedonale all'esterno del Broad Museum, a Los Angeles.

Cruz-Diez è stato anche un graphic designer di successo, lavorando per clienti artisti come Roy Lichtenstein e Robert Rauschenberg. In tutti questi mezzi, le sue opere avevano la stessa audacia e qualità immersiva, coinvolgendo gli occhi, il corpo e la mente dello spettatore.

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