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1 di 35 Ciondoli Gino Sarfatti for Arteluce, modello 2095/1, Italia, 1958

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Bellissimi pendenti originali modello 2095/1 in ottime condizioni originali. Disegnata da Gino Sarfatti nel 1958. Prodotto da Arteluce, Italia. Sono disponibili 35 ciondoli di questo tipo. Le lampade hanno un supporto in alluminio che contiene un paralume trasparente soffiato a mano. Che è tenuto in posizione da tre viti. Ogni lampada utilizza una lampadina E27 fino a 25 watt. Sono tutti in ottime condizioni originali con un'usura minima dovuta all'età. La maggior parte di questi ciondoli è ancora contrassegnata dall'adesivo Arteluce. Letteratura M. Romanelli, S. Severi, Gino Sarfatti. Opere scelte 1938-1973, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo, 2012 Gino Sarfatti (16 settembre 1912, Venezia - 6 marzo 1985, Griante, Como) è stato un italiano conosciuto per il suo talento come lighting designer. È stato il fondatore dell'azienda di produzione di luci Arteluce. An He nacque in una famiglia relativamente benestante: suo padre, Riccardo Sarfatti, era un prospero commerciante ebreo di generi alimentari e sua madre, Lucia Zuccoli, proveniva da un'importante famiglia cattolica di Trieste. Nel 1930, Gino si trasferì a Genova per iscriversi alla Facoltà di Ingegneria Aeronautica. Nel 1935 la Società delle Nazioni decise di imporre all'Italia un embargo marittimo come reazione al governo di Mussolini e la situazione economica della famiglia Sarfatti peggiorò notevolmente. A 23 anni Gino Sarfatti lascia gli studi e si trasferisce a Milano, dove nel 1936 fonda l'azienda di illuminazione Lumen in collaborazione con Aldo Valcarenghi e Dino Mondolfi. Tre anni dopo, Sarfatti decise di separarsi dai suoi soci e fondò l'azienda di produzione di luci Arteluce nel febbraio del 1939. Per sostenere la sua visione di modernizzare il design dell'illuminazione, Gino Sarfatti aprì rapidamente il primo negozio Arteluce a Milano, nel centralissimo e trendy Corso Littorio 12 (oggi Corso Matteotti) e, nel 1940, Arteluce partecipò alla VII Triennale di Milano. In questo periodo, Arteluce divenne anche un luogo di incontro frequente per molti dei principali designer italiani della metà del secolo, tra cui Franco Albini, Gianfranco Frattini, Ico Parisi e Vittorio Vigano. Ma anche la situazione in Italia stava cambiando e nel 1943 Gino Sarfatti fu costretto dalle leggi razziali del governo fascista a lasciare Milano e a fuggire con la famiglia in Svizzera, lasciando che la sua contabile e segretaria, Pinuccia Azzaroni Bassani, gestisse le attività quotidiane di Sarfatti for Arteluce. Gino Sarfatti e la sua famiglia tornarono a Milano nel 1946, subito dopo la Liberazione. Nel 1950, Gino Sarfatti intraprese un viaggio di ricerca trasformativo negli Stati Uniti. Durante il suo congedo creativo, ha ceduto il ruolo di direttore artistico a Vittoriano Vigano, il quale ha contribuito con la sua impronta di design al marchio utilizzando coni e forme metalliche per diffondere e proiettare la luce lungo grandi bracci; una caratteristica importante per l'estetica futura di Arteluce. Nel 1951, nove modelli Arteluce parteciparono alla IX Triennale di Milano e nel 1952 Franco Albini incluse 12 luci Arteluce alla mostra parigina delle Arti Decorative Italiane. Nel 1953, Gino Sarfatti decise che, dopo 14 anni, il suo negozio aveva bisogno di un nuovo look e scelse Marco Zanuso per orchestrare la riforma. Nel 1954 e nel 1955, Sarfatti ricevette numerosi premi internazionali, tra cui due Compassi d'Oro per il design delle lampade dei modelli 559 e 1055. Nel 1958 disegna la famosa lampada a sospensione per Arteluce. Nel 1962, Sarfatti decise di aprire un negozio più grande in Via della Spiga a Milano, ma questa volta su progetto di Vittorio Vigano. Durante il decennio degli anni '60, l'attività di Sarfatti for Arteluce crebbe rapidamente non solo con i suoi progetti di illuminazione domestica venduti in Italia e a livello internazionale, ma anche con i progetti di illuminazione personalizzati di Gino Sarfatti per gli edifici pubblici. Come altri importanti designer italiani, quali Nino Zoncada, Gustavo Pulitzer-Finale, Paolo De Poli, Pietro Chiesa e Gio Ponti, in questo periodo Gino Sarfatti, attraverso Arteluce, fu coinvolto in molti progetti di design di interni e mobili per l'industria in rapida crescita delle navi oceaniche italiane. Alla fine degli anni '60, la densità dell'attività di Arteluce era cresciuta notevolmente e necessitava di un team manageriale molto più ampio. In quel periodo i figli e la nuora entrarono in azienda, ma Gino Sarfatti decise di vendere Arteluce a FLOS nel 1973, all'apice delle vendite e dei profitti. Gino Sarfatti si ritirò a vivere sul lago di Como con Angela Regiroli e la loro figlia Micol, dove conservò una vita privata lontano dalla comunità del design. Riferimenti: Mangiarotti, Space Age, Midcentury Design, Postwar, Sixties, Seventies, 60s, 70s, Verner Panton, Joe Colombo, Pierre Paulin, Tobia Scarpa, Osvaldo Borsani, Eero Saarinen, Eero Aarnio, Alvar Aalto, Alessandro Mendini, Gruppo 55, Artifort, Fritz Hanssen, Gavina, Pierre Chapo, Charlotte Perriand, Le Corbusier, Zalszupin
  • Creatore:
    Arteluce (Produttore),Gino Sarfatti (Designer)
  • Dimensioni:
    Altezza: 14 cm (5,52 in)Diametro: 14 cm (5,52 in)
  • Stile:
    Mid-Century moderno (Del periodo)
  • Materiali e tecniche:
  • Luogo di origine:
  • Periodo:
  • Data di produzione:
    1958
  • Condizioni:
    Usura compatibile con l’età e l’utilizzo.
  • Località del venditore:
    Echt, NL
  • Numero di riferimento:
    1stDibs: LU1805324456512

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