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Franco Albini Tavolo italiano di metà secolo in mogano Modello TL-22 prodotto da Poggi

Informazioni sull’articolo

Franco Albini and Franca Helg. Tavolo da pranzo Model No. TL22. Prodotto da Poggi, Italia, 1958. Mogano. Misure: 180,3 cm x 104,1 cm x 73 H. cm. 70,98 pollici x 40,98 pollici x 28,74 pollici. Letteratura: Giuliana Gramigna, Repertorio 1950/1980, Milano, 1985, p. 123. Franco Albini, nato nel 1905 e morto nel 1977. Ha trascorso l'infanzia e parte della giovinezza a Robbiate in Brianza, dove è nato. Albini, da adolescente, si trasferì con la famiglia a Milano. Qui si iscrisse alla Facoltà di Architettura del Politecnico e si laureò nel 1929. Inizia la sua attività professionale nello studio di Gio Ponti ed Emilio Lancia, con cui collabora per tre anni. All'Esposizione Internazionale di Barcellona del 1929 (dove Gio Ponti curò il padiglione italiano e Mies van der Rohe realizzò quello tedesco) e a Paris dove, come ha raccontato Franca Helg, ebbe l'opportunità di visitare lo studio di Le Corbusier. In quei tre anni, le opere che realizzò sono certamente di impronta novecentesca. È l'incontro con Edoardo Persico a segnare una netta svolta verso il razionalismo e l'avvicinamento al gruppo di redattori di "Casabella". I commenti in parte ironici e in parte molto duri del critico napoletano a una serie di disegni, realizzati da Albini per la progettazione di alcuni mobili da ufficio, gli causarono un grande turbamento. "Ho passato giorni di vera angoscia - ricorda Albini - dovevo rispondere a tutte le domande. Avevo anche la febbre, una febbre grande e lunga". L'incontro spinse Albini ad aprire uno studio professionale in via Panizza con Renato Camus e Giancarlo Palanti. Il gruppo di architetti iniziò ad occuparsi di edilizia pubblica partecipando al concorso per il quartiere Baracca a San Siro nel 1932 e poi costruendo i quartieri IFACP: Fabio Filzi (1936/38), Gabriele D'Annunzio ed Ettore Ponti (1939). In questo periodo Albini lavora anche alla sua prima villa (Pestarini), che Giuseppe Pagano, architetto e critico dell'epoca, presenta così: "Questa coerenza, che la retorica superficiale dei saltimbanchi alla moda chiama intransigenza, e che è invece la base dell'intesa tra la fantasia dell'arte e la realtà del mestiere, in Franco Albini è così radicata da trasformare la teoria in un atteggiamento morale". Ma è soprattutto nel contesto delle mostre che il maestro milanese sperimentò il suo compromesso tra quel "rigore e fantasia poetica" di cui parla Pagano, coniando gli elementi che divennero un tema ricorrente nelle sue . L'apertura nel 1933 della nuova sede della Triennale a Milano, nel Palazzo dell'Arte, fu un'importante occasione per esprimere il forte carattere innovativo del pensiero razionalista, una palestra in cui sperimentare liberamente nuovi materiali e nuove soluzioni, ma soprattutto un "metodo". "Coltivata come un laboratorio di comunicazione, l'arte dell'allestimento fu per i razionalisti della prima generazione ciò che la prospettiva era stata per gli architetti dell'umanesimo: il campo aperto a un'ipotesi di spazio che necessitava di profonde riflessioni prima di approdare alla concretezza del cantiere". Insieme a Giancarlo Palanti, Albini in occasione della V Triennale di Milano allestì la casa con struttura in acciaio (con R. Camus, G. Mazzoleni, G. Minoletti e con il coordinamento di G. Pagano), per la quale progettò anche l' arredamento. Alla successiva Triennale del 1936, Persico si occupò, insieme a un gruppo di giovani designer riuniti da Pagano nella precedente edizione del 1933, di Franco Albini, che si occupò della preparazione della mostra domestica. L'allestimento di Stanza per un uomo, in quella stessa Triennale, ci permette di capire l'approccio acuto e ironico di Albini, come uomo e come designer: "Celebrare la bellezza della meccanica era l'imperativo a cui, ad esempio, si ispiravano le sorprendenti esposizioni di Franco Albini che riusciva, nel modo sottile di uno stile raffinato e rarefatto, a sublimare il loro contenuto pratico nella metafisica di audaci nature morte: oggetti volanti che segnavano nel vuoto raffinate cornici e intricatezze metalliche i nodi di una cartografia fantastica dove l'industria diventava finalmente arte libera da scopi". Nello stesso anno Albini e Romano progettano l'esposizione dell'Antica Oreficeria Italiana: montanti verticali, semplici aste lineari, disegnano lo spazio. Un tema, quello dell'"asta della bandiera", sembrava essere il centro dell'evoluzione della produzione e del processo creativo. Il concetto viene rielaborato nel tempo, con la tecnica della scomposizione e ricomposizione tipica del design albiniano: nell'allestimento della Mostra di Scipione e disegni contemporanei (1941) i pennoni affusolati, a cui erano appesi i quadri e le vetrine, sono sostenuti da una griglia di cavi d'acciaio; nello stand Vanzetti (1942) assumono la forma a V; nel negozio Olivetti di Parigi (1956) i montanti in mogano lucido sostengono gli scaffali per l'esposizione di macchine da scrivere e calcolatrici. L'asta della bandiera si trova, tuttavia, anche in altre aree. Negli appartamenti che ha progettato, viene utilizzato come perno su cui i quadri possono essere sospesi e ruotati per consentire diversi punti di vista, ma allo stesso tempo come elemento in grado di dividere gli spazi. La libreria Veliero, costruita in un unico prototipo nel 1940, aveva due montanti principali, costituiti da sottili barre curve e uniti tra loro, collegati da una complessa struttura a trazione. Il montante alleggerito è presente anche nella libreria LB7, prodotta da Poggi negli anni Cinquanta. Come l'evoluzione del montante, anche la scomposizione e ricomposizione degli elementi architettonici e l'uso del modulo costituiscono gli elementi di un metodo che tende a semplificare i complessi fenomeni della progettazione fino ai nuclei essenziali. Albini era un designer completo, il cui lavoro spaziava dall'edilizia al design, dalle installazioni alla pianificazione urbana. Tra i suoi capolavori ci sono: i Musei genovesi che hanno cambiato il modo in cui l'opera d'arte viene fruita dal pubblico, il Rifugio Pirovano a Cervinia, la Rinascente a Roma e la metropolitana di Milano, che ha ispirato i design di New York e San Paolo. Uomo silenzioso, rigoroso e ironico, Albini lavorava senza sosta, sostenuto da un codice morale che lo ha accompagnato per tutta la sua carriera. An He credeva fermamente nel ruolo sociale. Lo considera la ragione stessa della sua esistenza.
  • Creatore:
    Franco Albini (Designer)
  • Dimensioni:
    Altezza: 73 cm (28,75 in)Larghezza: 104 cm (40,95 in)Profondità: 180 cm (70,87 in)
  • Stile:
    Mid-Century moderno (Del periodo)
  • Materiali e tecniche:
  • Luogo di origine:
  • Periodo:
  • Data di produzione:
    1958
  • Condizioni:
    Usura compatibile con l’età e l’utilizzo.
  • Località del venditore:
    Barcelona, ES
  • Numero di riferimento:
    1stDibs: LU237436278033

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