Divani Franco Albini
Mentre lavorava sotto la guida del polimatico Gio Ponti - probabilmente la figura più importante del modernismo italiano del XX secolo - il designer di mobili Franco Albini ha coltivato l'amore per le forme moderne combinate con le tecniche artigianali tradizionali.
Albini è noto per aver lavorato con materiali organici come il rattan e la canna per le sue sedie e altre sedute ma ha anche avuto un ruolo fondamentale nel movimento razionalista italiano dell'inizio del XX secolo, che ha visto architetti e produttori di mobili applicare una rigorosa enfasi sulla geometria nel loro lavoro. I razionalisti si ispirarono all'architettura romana antica ma rifiutarono gli ornamenti, proprio come Le Corbusier e le celebri figure del Bauhaus come Ludwig Mies van der Rohe avevano fatto con i loro mobili modernisti.
Albini si laureò in architettura presso il Politecnico di Milano nel 1929 e, nel 1931, fondò il suo studio a Milano, dove si occupò di case operaie e altri progetti di ricostruzione. Abile urbanista, sviluppò anche i musei Palazzo Bianco, Palazzo Rosso e Tesoro di San Lorenzo a Genova. Mentre Albini è famoso per la sua sedia Margherita - vincitrice del premio della Triennale di Milano creata per Bonacina nel 1951 - negli anni '40 collaborò anche con i produttori Poggi e Cassina per la realizzazione di sedute, tavoli e altro ancora che incarnavano la sua visione artistica. Di questi lavori di metà secolo il pezzo che forse cattura meglio questa visione è l'iconica sedia Luisa.
Con il suo rivestimento rosso ciliegia e le sinuose gambe in legno che sembrano fluttuare nel vuoto, Luisa è un autentico capolavoro. È anche una prova del perfezionismo di Albini, visto che ha resistito a diversi prototipi - tra cui uno realizzato da Knoll alla fine degli anni '40 - e ha richiesto circa 15 anni di progettazione. Poggi lanciò la versione definitiva della poltrona nel 1955, facendo guadagnare ad Albini il prestigioso Compasso d'Oro dall'Associazione Italiana per l'Industrial Design. Oggi è prodotto da Cassina. Albini ha dato il nome alla sedia a una persona che probabilmente ha visto il processo in prima persona: la sua segretaria personale per due decenni, Luisa Colombini.
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