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Sebastiano MazzoniAndata al calvario1650
1650
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Sebastiano Mazzoni
Andata al calvario
Olio su tela, Sec. XVI, cm 130x143; con cornice 167x153x9
Il dipinto rappresenta un episodio della Passione di Cristo cui accennano appena i Vangeli di Matteo e Marco (Mt , 27, 32; Mc , 15, 21) e sul quale si sofferma maggiormente il Vangelo di Luca (Lc , 23, 26-31), dove è contenuta anche l’amara riflessione fatta da Gesù dinanzi alle donne accorse per compiangerlo: “Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete
su voi stesse e sui vostri figli […]. Se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?”. Più ampia è la narrazione reperibile contenuta in una delle versioni di uno dei Vangeli apocrifi, il Vangelo di Nicodemo (Testo greco B, X, 1-2; cfr. I Vangeli apocrifi, a cura di M. Craveri, con un saggio di G. Pampaloni, Torino, 1969, ed. 1990): non riuscendo più Gesù a procedere verso il Golgota a causa delle percosse e del peso della croce, i Giudei costrinsero Simone di Cirene ad aiutarlo perché la meta fosse raggiunta prima possibile e Gesù potesse essere giustiziato. Al seguito di Cristo c’era anche l’apostolo Giovanni, che corse da Maria per informarla e
sollecitarla a recarsi a vedere la triste sorte del figlio. Giunta sul posto e ripresasi dopo uno svenimento, la Vergine iniziò a gridare e lamentarsi che il suo “dolcissimo figlio unigenito” fosse condotto alla croce come un agnello innocente, con le mani legate come un condannato e
un ladrone.
Al centro della scena è Cristo, rivestito della sola tunica e incoronato di spine, gravato dal peso della croce e aiutato a portarla da Simone di Cirene. In primo piano a sinistra è un frammento di colonna scanalata, oltre la quale sono un soldato maturo armato di tutto punto (elmo piumato, corazza, mazza) e un giovane dal cappello rosso. Contro lo sfondo bruno,
appena rischiarato verso destra, si staglia un vessillo rosso sul quale è possibile leggere la lettera ‘S’, probabilmente l’iniziale dell’iscrizione “SPQR”. Presso questo è il fusto di una colonna scanalata. Sulla destra la scena è conclusa da un uomo dalla tunica gialla rigata, che con la destra tiene un’asta e con la sinistra chiusa a pugno stringe le estremità della corda che tiene legato Gesù. Più oltre sono Maria, vestita di scuro, in atto di osservare il figlio con un fazzoletto candido fra le mani incrociate, e una figura giovanile, di cui si riesce a vedere solo il volto, che
fissa lo sguardo verso lo spettatore.
Il tema, al quale è riconducibile la variante della raffigurazione isolata di Cristo portacroce, ha in Veneto una lunga tradizione iconografica, risalente ad almeno due secoli prima. Possiamo ricordare un’Andata al Calvario della Galleria Nazionale di Cosenza, di ambito belliniano, un Cristo portacroce di Giovanni Bellini noto in più versioni (la migliore sembra quella del Museum of Arts di Toledo nell’Ohio), le tele con lo stesso soggetto di Tiziano (Venezia, Scuola Grande di San Rocco; San Pietroburgo, Ermitage; Madrid, Prado), il drammatico affresco dell’Andata al Calvario eseguito nel 1520-1521 dal Pordenone nella cattedrale di Cremona, fino ad arrivare alle due tele con potenti immagini di Cristo portacroce dipinte dal Romanino (Alana Collection, già a Milano, Pinacoteca di Brera; Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo), pittore al
quale questa tela è stata significativamente attribuita in passato.
Sebbene, soprattutto nelle parti in ombra, sia visibile la preparazione bruna al di sotto della superficie pittorica, l’opera rappresenta un’importante nuova acquisizione al catalogo di Sebastiano Mazzoni. In particolare, possono essere istituiti confronti soprattutto con dipinti da lui eseguiti fra quinto e sesto decennio. Più nel dettaglio, i riflessi sull’armatura e il profilo in ombra del soldato sulla sinistra richiamano il soldato sulla sinistra nella tavola con la Crocifissione di ubicazione ignota e la figura di Abacuc nel dipinto con Daniele nella fossa dei leoni di ubicazione ignota. La Madonna, al contempo, è prossima alla Allegoria della Carità nella parte superiore della tela del 1649 con San Benedetto in gloria dell’omonima chiesa veneziana, mentre il Cireneo può confrontarsi con la figura della samaritana in Cristo e la samaritana di collezione privata - si veda in particolare la resa del braccio destro in entrambi -, con quella di Sant’Andrea nella pala raffigurante la Madonna col Bambino e i Santi Carlo Borromeo e Andrea di collezione privata veneta e con il fariseo al centro del Tributo della
moneta della Galleria Tornabuoni Arte di Firenze.
Il dipinto che più si avvicina a quest’opera è Cristo e l’adultera di collezione privata (fig. 1): il soldato sulla sinistra è paragonabile all’apostolo sulla sinistra, il giovane col cappello rosso al secondo apostolo, il Cireneo richiama, in controparte, il fariseo che mostra l’adultera a Cristo; procedendo, l’espressione assorta di Cristo è affine in entrambe le tele, il giovane sullo sfondo ricorda il giovane dal cappello piumato, l’uomo sulla destra sembra consanguineo dei due imponenti farisei al centro della scena. Per concludere, l’autore ha nobilitato entrambe le opere con colonne scanalate. Certe fisionomie ritorneranno anche in dipinti probabilmente più avanzati del Mazzoni: se lo sguardo sbarrato del soldato anticipa quello del protagonista nel Convito di Baldassarre ora in deposito alla National Gallery of Art di Washington, la testa del Cireneo può essere messa a confronto con quelle dell’uomo in piedi nella Cena in Emmaus di collezione privata lombarda, di Giuseppe nell’Adorazione dei pastori di ubicazione ignota e di Lot in Lot e le figlie già presso la Gallo Fine Art (per tutte queste opere si veda P. Benassai, Sebastiano Mazzoni, Soncino, 2019, catt. A6, A11, A16, A21, A25, A26, A27, A45, A53, A60. A75).
La materia pastosa e vibrante visibile nei bianchi colpiti dalla luce, nei riflessi sull’elmo del soldato e nella fronte del Cireneo e dell’uomo sulla destra mostra la deferenza del Mazzoni, ormai stabilitosi in laguna, ai modi di Bernardo Strozzi, morto da pochi anni. Dello Strozzi possono citarsi la Consegna delle chiavi del Chazen Museum of Art di Madison (Wisconsin), la Predica del Battista del Kunsthistorisches Museum di Vienna e la Conversione di Zaccheo del Musée des Beaux-Arts di Nantes, proveniente dalla collezione di Sebastiano Fava a Venezia. Le colonne scanalate, ricorrenti nella produzione del Mazzoni, pongono il dipinto in relazione con una lunga tradizione veneziana di rappresentazioni pittoriche di questo elemento architettonico, che era stata avviata dal Veronese e alla quale aderiscono lo stesso Strozzi e Pietro Vecchia. All’inclinazione di quest’ultimo per il grottesco rinvia l’accentuazione espressiva percepibile nel profilo in ombra del soldato: se una figura affine compare nella Chiromanzia del Vecchia al Museo Civico di Vicenza, la figura di Cristo è simile a quella dello stesso Salvatore nel Tributo
della moneta dipinto dal Vecchia, ora al Musée des Beux-Arts di Bordeaux.
Il volto intenso e chiaroscurato dell’uomo a destra, sensibile alla crudezza della scena al punto da avere la congiuntiva dell’occhio sinistro arrossata, può confrontarsi con quelli delle mezze figure dipinte negli stessi anni a Venezia da Monsù Bernardo (si veda la Sigillatura della lettera della Galleria degli Uffizi a Firenze). L’atmosfera greve e certe fisionomie, dalla Vergine addolorata al giovane dal cappello rosso, trovano riscontro in tele affini dipinte dal lucchese Pietro Ricchi, pure attivo in laguna a partire dalla fine del quinto decennio: se il tema
dell’Andata al Calvario fu trattato dal Lucchese in uno dei Misteri del rosario dipinti alla fine degli anni Quaranta del Seicento per le parrocchiali di Flero, di Ghedi e di Grignaghe, nel Bresciano, fisionomie affini a queste del Mazzoni figurano in sue tele come la Consegna delle chiavi di San Giuliano a Rimini o la Giuditta con la testa di Oloferne del Museo del Castello del Buonconsiglio a Trento, sebbene le superfici del Ricchi appaiono sempre più compatte e
rilucenti di quelle di Sebastiano. Molto diffusa in area veneta è anche la stoffa rigata della veste dell’uomo di destra.
- Creator:Sebastiano Mazzoni (1611 - 1678, Italian)
- Creation Year:1650
- Dimensions:Height: 65.75 in (167 cm)Width: 60.24 in (153 cm)Depth: 3.55 in (9 cm)
- More Editions & Sizes:130x143Price: $24,023
- Medium:
- Movement & Style:
- Period:
- Condition:
- Gallery Location:Balerna, CH
- Reference Number:1stDibs: LU2122210894362
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