Brenda Zlamany Paintings

Collections: Robert Gallon (1845-1925); Private Collection, UK. Oil on canvas laid down on panel Framed dimensions: 11.5 x 10 inches This highly engaging, previously unpublished portrait by Johan...

Albert Auguste FOURIE (1854-1937) The Naiad And The Swan Oil on Wood signed low left New golden and invory stick frame Dim wood panel : 35 X 27 ...

Hans Bertle (Austrian, 1880-1943) Geburt des Todes - Kain und Abel (Birth of Death - Cain und Abel) • Symbolistic painting • Oil on canvas, ca. 62 x 72 cm • Original Frame, ca. 87 ...

Titan Fine Art present this picture which formed part of a historic collection of an English aristocratic family, Lord and Lady Sandys at their magnificent baroque and Regency Grade-...

The Artists Model French School, late 19th century oil on canvas, unframed canvas: 20 x 17.5 inches provenance: private collection, France condition: very good and sound condition

Jean-Gabriel Domergue 1889-1962 French "Carina" Oil on panel Signed lower right Painting : 28 3/4" high x 23 5/8" wide Frame: 37 3/8" high x 32 1/4" wide Jean-Gabriel Domerg...

Santi di Tito Ritratto di Nobildonna Olio su tavola, Sec. XVI, cm 74x61; con cornice 116x100x9 Con procedere degli studi su Santi di Tito, del quale è stata recentemente precisata la nascita fiorentina , si viene sempre più definendo come non solo una delle personalità più interessanti della scena artistica fiorentina, ma anche come il più interessante ritrattista cittadino della seconda metà del Cinquecento. L'attribuzione di questo ritratto al pittore, che nell'impresa dello Studiolo di Francesco I fu uno dei maggiori innovatori fra i giovani riuniti da Vasari e Borghini, appare subito evidente per l’inconfondibile disegno ovale e fermo del volto, reso con un incarnato compatto dai toni rosati che si accende di naturalistiche notazioni epidermiche ma anche di una puntuale figurazioni degli elmenti decorativi dell’abito e dell’acconciatura. Sempre coerente con i modi pittorici di Santi è poi la pittura compatta con la quale vengono definiti i piani semplificati del volto delle donna, che conservano una notazione di luce e di naturale sensibilità in linea con i dettami controriformati dei quali il pittore fu uno dei più fedeli osservanti nella scena fiorentina. Sempre tipica di Santi di Tito è poi la ferma e volumetrica rappresentazione del torso e dell’abito definito nei piccoli intagli della stoffa ma allo stesso tempo semplificato nei volumi delle maniche e del busto. Ancora di santi ci sembra la notazione luministica con la quale è rilevato il disegno dell’abito attraverso stesure compatte ma sottili e trasparenti, oppure è resa la gorgiera bianca che aggiunge una luce netta all’intero dipinto. Una simile scelta pittorica appare nel Ritratto di Guido Guardi coi figli, esposto alla mostra Il Cinquecento a Firenze, (Palazzo Strozzi, 21 settembre 2017 – 21 gennaio 2018, n. IV. 5, pp. 156-157), dove, pur in un ritratto maschile, Santi di Tito usa la medesima cifra formale nella resa dei volti e delle gorgiere. Pur nell'attenzione alle caratteristiche fisionomiche, Santi di Tito conserva, infatti, una cifra disegnativa sempre evidente e riconoscibile pur col passare degli anni, un carattere stilistico che sostiene, con volumi saldi, ogni sua differente prova pittorica. Ne sono un esempio dipinti quali il Ritratto di donna con Figlia, già in collezione Koelliker2, oppure il Ritratto di Lucrezia (Emilia) e Sinibaldo di Niccol Gaddi3, tutti databili agli anni settanta del Cinquecento proprio per la stereometrica definizione delle forma. Col passare degli anni, invece, tale carattere di ascendenza bronzinesca sembra cedere sempre più in favore di una pittura più morbida e sensibile, chiamata a raggiungere esiti di naturalezza sempre maggiore. Dipinto emblematico per seguire tale percorso rimane il già citato Ritratto di Guido Guardi con i figli , dove Santi di Tito ha effigiato il capofamiglia subito dopo il suo ritorno da Roma, fra il 1564 e il 1568, al tempo in cui il Guardi commission al pittore anche una pala con una Natività per la cappella di famiglia a San Giuseppe. L’uomo, seduto su uno scranno, sembra rimandare per la posa arcaizzante alla ritrattistica di primo Cinquecento, alla quale Santi di Tito s’ispira anche per le pieghe frante ma scultoree dell’abito. Sulla stessa tavola, probabilmente verso la fine degli anni settanta del Cinquecento, il pittore venne chiamato ad aggiungere le effigi di figli, quando probabilmente l’opera era già in cornice, e lo fece con una pittura più svolta e libera, in modo da raggiungere effetti naturalistici di maggiore sensibilità. Anche nel Ritratto di donna in esame, i volumi saldi e potenti della figura spiccano sul fondo monocromo della parete con un’evidenza che farebbe pensare alle figure eseguite dalla fine degli anni Settanta del Cinquecento, al pari, appunto dei due figli di Guido Guardi. Nato a Firenze nel 1536, Santi di Tito si form prima da Bastiano da Montecarlo per passare poi dal Bronzino, del quale conserv la preferenza per volumi luminosi e torniti, a cui aggiunse un'attenzione per la chiarezza compositiva e il naturalismo richiesti dai dettami della Controriforma, che lo portarono a guardare allo stile di Scipione Pulzone...

Bartolomeo Passerotti ( Bologna 1529 – 3 giugno 1592) Ritratto di Gentiluomo con cane Olio su tavola, Sec. XVI, cm 84x69; con cornice 101x87 // Bartolomeo Passerotti (Bologna 1529...

“A portrait of three children, one of them holding a basket of grapes, while another plays the flute” Oil on canvas Housed in a blackened 17th-century frame. We'd like to thank dr...

Titan Fine Art present this picture which formed part of a historic collection of an English aristocratic family, Lord and Lady Sandys at their magnificent baroque and Regency Grade-...

ISMAEL GONZÁLEZ DE LA SERNA Spanish, 1898 - 1968 HARLEQUIN AND HIS DOG Signed and dated I. de la Serna, 1955 Oil on cardboard 42 X 27-1/2 i...

Conjuring the brilliance of late 18th-century costume with infusions of 19th-century modernity, James Jacques Joseph Tissot’s Jeune femme à l’éventail illustrates the remarkable technique for which he was renowned. His delicate portraiture, combined with his fascination with conveying texture, demonstrates why he was one of the most revered artists of the Belle Époque. Grouped with Tissot’s “keepsake pictures” of beautiful women in fashionable dress, this work is noteworthy not only for the fresh face of its sitter but also for the appearance of some of Tissot’s most beloved props. The delicate fan and paisley cashmere shawl, a favorite prop of Tissot’s artistic idol Jean Auguste Dominique Ingres, made frequent appearances in his paintings, as did the exquisite dress the sitter wears. Its identifiable styling can be seen in several of Tissot’s most notable works of the period, including La chéminée and Un déjeuner à la riviere. The playful feel of this painting is grounded by Tissot’s exceptional attention to detail. A master of conjuring an array of textures, Tissot showcased this ability in this composition by juxtaposing many types of fabrics and patterns within one costume. This intricacy, which he carried even to his depiction of the woman’s manicure and jewelry, set him on par with the best artists of his day and contributed to his commercial success. Born in 1836 in the port town of Nantes, Tissot traveled to Paris at the age of 20 in order to join the studios of Hippolyte Flandrin...